Luigi Pirandello – Verità e Menzogna
Macché realtà! Finzione, finzione!
Macché realtà! Finzione, finzione!
La Rivoluzione Francese ha dimostrato che restano sconfitti coloro che perdono la testa.
Verità:attimocheoranonèpiù.
Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. “Avverto” che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un “avvertimento del contrario”. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s’inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico.
La menzogna è una casa di lusso costruita su fondamenta di fango.
La vita di alcune persone è così piena di intrallazzi e scheletri nell’armadio che scappano a gambe levate quando hanno paura di essere sputtanate dallo stupido di turno.
E ogni cosa, finché dura, porta con sé la pena della sua forma, la pena di essere così e non altrimenti.