Manuela Camporaso – Stati d’Animo
Abbiamo un foglio bianco su cui abbandonare le nostre percezioni e un teatrino per dare un personaggio a ciascuna delle nostre emozioni.
Abbiamo un foglio bianco su cui abbandonare le nostre percezioni e un teatrino per dare un personaggio a ciascuna delle nostre emozioni.
La solitudine è la vertigine di chi ha il corpo fermo ma il cuore al vento.
La cosa divertente è che quando la gente ti definisce “timida” di solito sorride. Come se fosse una cosa carina, un’abitudine buffa che perderai crescendo, come i buchi nel sorriso quando ti cadono i denti da latte.Se sapessero come ci si sente – a essere timidi, non soltanto insicuri – non sorriderebbero. No, se sapessero cosa vuol dire avere un nodo allo stomaco o le mani sudate, oppure perdere la capacità di dire qualcosa di sensato. Non è affatto carino.
Nel silenzio della notte, osservando la volta celeste, a volte mi chiedo quando può essere infinito un amore, e quanto siamo piccoli noi.
Se non ci fossi tu, cara Invidia, io non sarei forte.
Le panchine custodiscono migliaia di storie meravigliose, ricordi di mani che si cercano, promesse mai mantenute, baci improvvisi. Tutti ne abbiamo una sulla quale il cuore è ancora seduto.
Poi ti rendi conto che non erano problemi, erano attimi. Gli attimi restano finché li pensiamo come problemi, nel momento in cui cessiamo essi fanno ciò che è nella natura delle cose lasciate a se stesse: scivolano sul tessuto del tempo. Non è certo la regola, ma penso che la regola non sia un vincolo ma solo una porzione di ciò che siamo in grado in quell’attimo di vedere.