Marcello d’Orta – Libri
Se Gesù non mandasse l’acqua, un guaio. Le piante si arrognerebbero, gli alberi mosci, la terra ha sete, gli animali morissero, io morissi. (da “Io speriamo che me la cavo”)
Se Gesù non mandasse l’acqua, un guaio. Le piante si arrognerebbero, gli alberi mosci, la terra ha sete, gli animali morissero, io morissi. (da “Io speriamo che me la cavo”)
… Voi parlate quando non siete in pace con i vostri pensierie quando non riuscite ad abitare nella solitudine del cuore, vivete nelle labbra,dove il suono è distrazione e passatempo.E in molti vostri discorsi il pensiero è quasi ucciso.Perché il pensiero è un uccello dell’aria, che in una gabbia di parole può forse spiegare le alima non può certo volare.E c’è chi ha in sè la verità, ma non la esprime con parole.Nel suo petto lo spirito dimora in armonioso silenzio.
Il passato è una terra straniera, dove le cose vanno diversamente; ma perché il passato è così diverso dal futuro?Perché ricoriamo il passato, ma non il futuro?
Sono una scrittrice senza speranza. E ho capito di esserlo quando ho cominciato a dare alle parole lo stesso peso che davo ai fatti.
Non desideravo altro che morire. Non essere mai nata. La mia intera esistenza svaniva di fronte a quel dolore. Non valeva la pena sopravvivere a un altro battito del cuore. Fatemi morire, fatemi morire, fatemi morire. E, per un intervallo infinito, non ci fu nient’altro. Solo la tortura incandescente e le mie grida mute che imploravano l’arrivo della morte. Nient’altro, neanche il tempo. Al suo posto l’infinito momento di dolore.
Con la penna scrivi il futuro, ma non esiste niente per cancellarlo.
Leggere mette in moto tutto dentro te: fantasia, emozioni, sentimenti. È un’apertura dei sensi verso il mondo, è un vedere e riconoscere le cose che ti appartengono e che rischiano di non essere viste, fà scoprire l’anima delle cose. Leggere significa trovare le parole giuste, quelle perfette per esprimere ciò a cui nonriuscibi a dare forma. Trovare una descrizione a ciò che tu facevi fatica a riassumere. Nei libri le parole degli altri risuonano come un’eco dentro di noi, perché c’erano già.