Marcello d’Orta – Libri
Se Gesù non mandasse l’acqua, un guaio. Le piante si arrognerebbero, gli alberi mosci, la terra ha sete, gli animali morissero, io morissi. (da “Io speriamo che me la cavo”)
Se Gesù non mandasse l’acqua, un guaio. Le piante si arrognerebbero, gli alberi mosci, la terra ha sete, gli animali morissero, io morissi. (da “Io speriamo che me la cavo”)
Poter addormentarsi quando si è stanchi e poter deporre un peso che si è portato per tanto tempo, è una delizia, è un fatto meraviglioso. Da quando abbiamo scavato la fossa sono stato più lieto e soddisfatto di quanto non lo fossi da molti anni.
Mattia, amore, incontrarti è stata la cosa più bella che mi potesse capitare. I tuoi occhi limpidi e sinceri hanno acceso una luce in me, che brilla e mi invade quando il tuo sguardo mi sfiora. Sentirmi amata da te mi ha fatto dimenticare tutte le mie insicurezze. Ogni volta che cadevo in qualche strano pensiero, tu mi hai aiutato a rialzarmi. Mi ascolti, mi proteggi, ti prendi cura di me, come se fossi la persona più speciale del mondo. Io ti guardo e capisco, capisco che sei unico e quando balli vedo comparire tutto il mondo fantastico che porti dentro di te. Te lo dico sempre e lo ripeto, tu non sei i questo mondo, sei un alieno travestito. L’ho capito subito, sia dai salti disumani che fai, sia dal tuo atteggiamento insolito. Auguro a chiunque di trovare una persona in grado di farla sentire come mi fai sentire tu. Sei il mio principe. Spero che questa settimana faccia capire a tutti chi è veramente Mattia. Spero che scoprano quale persona corretta, sincera e piena d’amore si nasconde dietro la tua timidezza. Esplodi, amore. Mostra a tutti chi sei. Non sai che piacere provo tutte le volte che, dopo essermi fatta male, tu ti prendi cura di me, tutte le volte che piango e mi asciughi le lacrime con le guance. Nessuno mi ha mai detto quello che mi ricordi tu ogni giorno, per questo spesso ho paura di non essere all’altezza. Ma poi sento che mi ami per quella che sono, con i miei mille difetti, perché il tuo cuore è grande e guarda dentro, riesce a spogliarmi completamente. E così voglio finire io, ricordandoti che ti amo, ti amo tanto.
O inventare nuovi usi per le parole, usi talvolta assurdi, per aiutare ad allentare la stretta delle forme abituali del linguaggio.
È sempre più forte di me. Lo è sempre stato. Perché a lui basta una parola per farmi male. Anzi, anche meno: una parola non detta, un silenzio, una pausa. Uno sguardo rivolto altrove. Io posso sbraitare e dimenarmi per ore, passare alle ingiurie, mentre a lui per stendermi basta una piccola smorfia, fatta con un angolo del labbro.
Con dei trucchetti sporchi… hai portato Takuma… via da me.
“Faccia di cane, cuore di cervo, uomo vigliacco.Io giuro su questo scettro che arriverà il giorno in cui gli Achei, tutti, mi rimpiangeranno. Quando cadranno sotto i colpi di Ettore, allora mi rimpiangeranno. E tu soffrirai per loro, ma non potrai fare nulla. Potrai solo ricordarti di quando hai offeso il più forte degli Achei e impazzire dal rimorso e dalla rabbia. Verrà quel giorno, Agamennone. Io lo giuro.”Così disse, e scagliò a terra lo scettro ornato di borchie d’oro.