Marcia Grad Powers – Destino
Le parole sono potenti e scatenano conseguenze.
Le parole sono potenti e scatenano conseguenze.
È strano come certe volte ci si tuffa nel mare del destino con entusiasmo e fede senza sapere, o fingendo di non sapere, quanto sia profonda quella marea che trascina e brucia tutto verso la Fine.
Che io possa dimenticare le ricorrenze che furono per far morire la parte di te che ancora vive in me.
Ricorda: la vita ti fotte sempre.
Ogni volta che si rinuncia a qualcosa, ci si illude. Cosa ne dite? Ci si illude. Perché ogni volta che si rinuncia a qualcosa, si rimane legati per sempre all’oggetto della rinuncia. In India c’è un guru che dice: “Ogni volta che viene da me una prostituta, non mi parla d’altro che di Dio. Mi dice:” sono stufa della vita che faccio. Voglio Dio “. Ma ogni volta che viene da me un prete, non mi parla d’altro che di sesso”.Infatti, quando si rinuncia a qualcosa, si rimane vincolati a quella cosa per sempre. Quando si combatte qualcosa, le si è legati per sempre. Finché la si combatte, le si dà potere. Le si dà un potere pari a quello impiegato per combatterla.Dunque bisogna “accogliere” i propri demoni, perché combattendo contro di essi si dà loro potere. Nessuno ve l’ha mai detto prima d’ora? Quando si rinuncia a qualcosa vi si rimane legati. L’unico modo per uscirne è non lasciarsi ingannare. Non rinunciate, ma non lasciatevi ingannare. Cercare di capire il vero valore di quella cosa, e non avrete bisogno di rinunciarvi: semplicemente, vi cadrà dalle mani.
Destino…Quel concetto pazzesco per cui noi non siamo responsabili del corso che prende la nostra vita, che è tutto predestinato, scritto nelle stelle.E anche se ognuno dei nostri uomini, ogni bacio, ogni pena d’amore, ogni cosa è preordinata da un catalogo cosmico, non corriamo comunque il rischio di fare un passo sbagliato al di fuori della nostra personale “Via Lattea”?Si può fare un errore e perdere il proprio destino?
Cammino piano, mi fermo, penso, rifletto, guardo dietro di me, poi corro ma non fuggo, giro l’angolo e mi fermo a guardare, osservo, non mi piace e allora ricomincio a correre, ho il fiatone, mi tocca rallentare. Ma dove sto andando? Non si fugge al destino.