Marco Cirino – Tristezza
E mi chiedo ancora perché la mia sofferenza deve aumentare, quando ho già scontato il massimo della pena…
E mi chiedo ancora perché la mia sofferenza deve aumentare, quando ho già scontato il massimo della pena…
L’infelicità deve essere commisurata non tanto al male in sé, quanto al carattere di chi soffre.
Guardo le mie mani e sono maledettamente vuote. Quello che avrei voluto afferrare se n’è andato e il resto è scivolato via.
Quando si sta male le scelte sono due, il buio, le lacrime, la solitudine, l’infelicità…O gli amici, un amico, un abbraccio, una carezza, qualcosa per lui valga la pena vivere.Vivere è come morire, non si può tornare indietro, il passato è passato, il futuro non è ancora…
Il silenzio e l’assenza di parola sono per me come una tortura cinese. Pian piano perforano la mia anima ed il mio cuore, uccidendo le mie speranze senz’alcuna pietà.
Capita che il dolore equivale a urla silenziose, da uno stomaco svuotato da ogni sazietà.
A volte il giudizio affrettato delle persone brucia un sogno rendendolo un incubo.