Marco Oliverio – Filosofia
Il guaio di questa epoca è che si giudica con la ragione ciò che attiene al sentimento e con il sentimento ciò che attiene alla ragione.
Il guaio di questa epoca è che si giudica con la ragione ciò che attiene al sentimento e con il sentimento ciò che attiene alla ragione.
Le parole sono i colori del pensiero e i libri sono armonie di arcobaleno.
La nostra nascita è la prima (e ultima) volta in cui qualcun altro fatica al posto nostro.
L’uomo non è cattivo, non è capace del male assoluto; è un essere buono a nulla.
Come non esiste tema senza variazione o viceversa, non esiste continuità senza discontinuità, costante senza mutamento, essere senza divenire. Tuttavia l’equilibrio di questi due poli è così precario che prima o poi giungono inevitabili un cosiddetto “punto di rottura/catastrofe” e una conseguente “rottura di simmetria”. Al che irrompono pure opinioni soggettivissime e giudizi personalissimi sul valore d’attribuire a tali eventi.
L’uomo non si può dire libero per il fatto che possa non esistere o per il fatto che possa non fare uso della ragione, ma solo in quanto ha potestà di esistere e di agire secondo le leggi della natura umana.
Se la legge non ammette l’ignoranza, come fa ad essere uguale per tutti?