Marghy Ferrara – Vita
È divinamente superbo godersi le comodità, quando tutto quel che hai ottenuto nella vita hai dovuto sudartelo amaramente.
È divinamente superbo godersi le comodità, quando tutto quel che hai ottenuto nella vita hai dovuto sudartelo amaramente.
Sovrano, sì, ma sempre svelto a sorridere a lei, perché solo sorridendole riusciva a non abbassare lo sguardo.
Non è necessario fare grandi cose per dare una svolta alla nostra vita. È sufficiente sfoderare un bel sorriso, lasciarsi alle spalle pensieri e preoccupazioni ed eliminare le persone false che avvelenano la nostra anima. E anche la vita tornerà a sorriderci.
Non ci sono giorni che nascono buoni e giorni che nascono cattivi. Ci sono semplicemente giorni dove incroci persone sbagliate e dove il destino decide di regalarti 24 h di merda… Poi ci sono quei giorni dove invece il destino decide di farti un regalo e fare in modo che qualcosa giri per il verso giusto… Ecco quei giorni sono quelli che io chiamo “Botta di culo”!
Non conviene riempire di miele un vaso che sa di aceto, diceva Sofocle. E, forse, dico io, questa saggezza vale anche per tutte quelle relazioni (amicizia, amore, simpatia, etc) che sono partite da binari sbagliati, che sono finite su strade chiuse, che si sono sbriciolate alla prima difficoltà, che si sono rivelate dannose e deleterie per noi o per l’altro, a perfido dispetto della speranza ripostavi, degli occhi lucidi e del cuore palpitante. Non conviene tirarle su, ripararle a tutti i costi, fare immani fatiche per reindirizzarle sulla strada giusta, ostinarsi a credere che possano raggiungere una qualsiasi meta, decorarle di attese e avverbi dubitativi, addolcirle di pazienza e musica. Non conviene, soprattutto se ogni nostro gesto e tentativo è puntualmente ignorato o boicottato dalla controparte. Non conviene inseguire il giorno, non conviene illuminare il cielo della notte, perché ci sono stelle che, con troppa luce, non potremmo vedere. Ci sono stelle che disegnano miti e leggende (un lampione non lo sa fare), stelle che ci ridimensionano nella nostra confortevole piccolezza, consolandoci al contempo del nostro sentirci smarriti sotto un cielo che avremmo voluto dividere e condividere con chi già dormiva, andava, moriva, spariva, non c’era e non c’era mai stato.
È tutto uno stupido rincorrersi, senza nessun giungere incontro.
Vita corrose dalla logorante inquietudine, di un cercare senza fine. E poi capita di accorgerti che quello che rincorrevi affannosamente in lungo e in largo, “era appena fuori l’uscio di casa”.