Maria Suppa – Silenzio
Meglio una verità dolorosa, una frase sommessa, un agognato sospiro, che il silenzio infinito.
Meglio una verità dolorosa, una frase sommessa, un agognato sospiro, che il silenzio infinito.
Abbandoniamo i nostri sensi inebriati del vino del silenzio. La sua bontà schiavizza, la sua generosità inganna. E non ci basta mai non per masochismo, bensì perché alimenta il desiderio d’essere.
Non c’è che il silenzio del cuore a tenermi compagnia, è un silenzio che ti bussa dentro e lo percepisci solo se sai ascoltare, quando tutto ciò che è fuori non è che il nulla.
Il silenzio può essere leggero come una piuma che cade oppure assordante più di un tamburo: dipende se sei tu ad ascoltare il silenzio oppure è il silenzio ad ascoltare te.
Racchiude il silenzio quel senso d’infinito che cerca l’anima, che delizia la mente.
Il mio disprezzo non è fatto di urla, ma di eleganti silenzi perché le parole che hanno valore, non si regalano a chiunque.
Il silenzio può schiacciarti sotto quintali di riflessioni o elevarti con leggiadria verso te stesso, urla sempre il tuo nome, rivelando chi sei. Lascio dunque che sia assenza di rumore e presenza di me.