Marianna Ciotola – Stati d’Animo
Quante parole si scrivono ma non si dicono.
Quante parole si scrivono ma non si dicono.
Un’anima sensibile è anche di cuore buono: per quanto sia dolce e sensibile, è anche facile che si rattristi, perché non si sente amata per quello che merita.
Avrei voluto dire le parole giuste, quelle che nonostante tutto aggiustano le cose, quelle che nel silenzio fanno rumore, quelle che nell’attesa bruciano di pioggia che cade e leva via tutti i dolori. Avrei voluto parlare semplicemente, come una bambina, con tenere parole fatte di arcobaleni colorati, di caramelle sbucciate e forse avresti capito cosa dicevano le mie lacrime, i miei sbagli, i miei silenzi… forse avresti capito che nonostante le mie piccole mani sporche di cioccolato, il mio sorriso e la mia anima erano lì solo per te.
È facile giudicare la vita altrui. Prova a metterti nei miei panni, e poi forse potrai anche giudicarmi. Ogni riferimento è puramente non casuale.
Chi non sa stare da solo non sa stare con nessun altro.
La solitudine non è tale se è cercata. Vi è in essa il valore inestimabile della libertà.
Tu non mi tocchi con l’anima, è stato questo il mio sbaglio:non dare la giusta importanza a questa cosa.Tu mi tocchi con la pelle, col tuo esistere e importi. Tu mi guardi e mi tocchi perché io sono altro da te, non perché io sono me. Potresti sostituirmi e sarebbe uguale, per te, e sarebbe meglio per me. Quindi me ne vado. Me ne vado da sola, ché sola sono e sola ero, ma non lo capivo e se lo capivo non lo accettavo e giustificavo me e salvavo te. Me ne vado e non so dove e non m’importa e si vedrà. Vedrò cieli stranieri forse scuri forse chiari, annuserò l’aria di altri luoghi e di altri occhi, sarà aria leggera, sarà aria pulita. Gusterò fame e silenzio, mi vestirò di freddo, paura e solitudine, ma sarà la solitudine dell’esser soli e non quella crudele dell’essere in più. I piedi assaggeranno terra sconosciuta, le gambe si stancheranno sulle salite e riposeranno lasciandomi cadere su spiagge lunghe. Raserò i miei capelli e attenderò la rigenerazione del corpo: voglio cellule nuove che non ti conoscano. Ho bisogno di sentirmi libera dai ricordi, affrancata da ogni schiavitù. Passeranno ore giorni settimane mesi, poi un’alba dorata indiscreta mi verrà a cercare, i raggi del sole mi solleticheranno il viso e un soffio di vento mi sussurrerà: è il Giorno, quello che attendevi, sei nuova!
Un’anima sensibile è anche di cuore buono: per quanto sia dolce e sensibile, è anche facile che si rattristi, perché non si sente amata per quello che merita.
Avrei voluto dire le parole giuste, quelle che nonostante tutto aggiustano le cose, quelle che nel silenzio fanno rumore, quelle che nell’attesa bruciano di pioggia che cade e leva via tutti i dolori. Avrei voluto parlare semplicemente, come una bambina, con tenere parole fatte di arcobaleni colorati, di caramelle sbucciate e forse avresti capito cosa dicevano le mie lacrime, i miei sbagli, i miei silenzi… forse avresti capito che nonostante le mie piccole mani sporche di cioccolato, il mio sorriso e la mia anima erano lì solo per te.
È facile giudicare la vita altrui. Prova a metterti nei miei panni, e poi forse potrai anche giudicarmi. Ogni riferimento è puramente non casuale.
Chi non sa stare da solo non sa stare con nessun altro.
La solitudine non è tale se è cercata. Vi è in essa il valore inestimabile della libertà.
Tu non mi tocchi con l’anima, è stato questo il mio sbaglio:non dare la giusta importanza a questa cosa.Tu mi tocchi con la pelle, col tuo esistere e importi. Tu mi guardi e mi tocchi perché io sono altro da te, non perché io sono me. Potresti sostituirmi e sarebbe uguale, per te, e sarebbe meglio per me. Quindi me ne vado. Me ne vado da sola, ché sola sono e sola ero, ma non lo capivo e se lo capivo non lo accettavo e giustificavo me e salvavo te. Me ne vado e non so dove e non m’importa e si vedrà. Vedrò cieli stranieri forse scuri forse chiari, annuserò l’aria di altri luoghi e di altri occhi, sarà aria leggera, sarà aria pulita. Gusterò fame e silenzio, mi vestirò di freddo, paura e solitudine, ma sarà la solitudine dell’esser soli e non quella crudele dell’essere in più. I piedi assaggeranno terra sconosciuta, le gambe si stancheranno sulle salite e riposeranno lasciandomi cadere su spiagge lunghe. Raserò i miei capelli e attenderò la rigenerazione del corpo: voglio cellule nuove che non ti conoscano. Ho bisogno di sentirmi libera dai ricordi, affrancata da ogni schiavitù. Passeranno ore giorni settimane mesi, poi un’alba dorata indiscreta mi verrà a cercare, i raggi del sole mi solleticheranno il viso e un soffio di vento mi sussurrerà: è il Giorno, quello che attendevi, sei nuova!
Un’anima sensibile è anche di cuore buono: per quanto sia dolce e sensibile, è anche facile che si rattristi, perché non si sente amata per quello che merita.
Avrei voluto dire le parole giuste, quelle che nonostante tutto aggiustano le cose, quelle che nel silenzio fanno rumore, quelle che nell’attesa bruciano di pioggia che cade e leva via tutti i dolori. Avrei voluto parlare semplicemente, come una bambina, con tenere parole fatte di arcobaleni colorati, di caramelle sbucciate e forse avresti capito cosa dicevano le mie lacrime, i miei sbagli, i miei silenzi… forse avresti capito che nonostante le mie piccole mani sporche di cioccolato, il mio sorriso e la mia anima erano lì solo per te.
È facile giudicare la vita altrui. Prova a metterti nei miei panni, e poi forse potrai anche giudicarmi. Ogni riferimento è puramente non casuale.
Chi non sa stare da solo non sa stare con nessun altro.
La solitudine non è tale se è cercata. Vi è in essa il valore inestimabile della libertà.
Tu non mi tocchi con l’anima, è stato questo il mio sbaglio:non dare la giusta importanza a questa cosa.Tu mi tocchi con la pelle, col tuo esistere e importi. Tu mi guardi e mi tocchi perché io sono altro da te, non perché io sono me. Potresti sostituirmi e sarebbe uguale, per te, e sarebbe meglio per me. Quindi me ne vado. Me ne vado da sola, ché sola sono e sola ero, ma non lo capivo e se lo capivo non lo accettavo e giustificavo me e salvavo te. Me ne vado e non so dove e non m’importa e si vedrà. Vedrò cieli stranieri forse scuri forse chiari, annuserò l’aria di altri luoghi e di altri occhi, sarà aria leggera, sarà aria pulita. Gusterò fame e silenzio, mi vestirò di freddo, paura e solitudine, ma sarà la solitudine dell’esser soli e non quella crudele dell’essere in più. I piedi assaggeranno terra sconosciuta, le gambe si stancheranno sulle salite e riposeranno lasciandomi cadere su spiagge lunghe. Raserò i miei capelli e attenderò la rigenerazione del corpo: voglio cellule nuove che non ti conoscano. Ho bisogno di sentirmi libera dai ricordi, affrancata da ogni schiavitù. Passeranno ore giorni settimane mesi, poi un’alba dorata indiscreta mi verrà a cercare, i raggi del sole mi solleticheranno il viso e un soffio di vento mi sussurrerà: è il Giorno, quello che attendevi, sei nuova!