Mariella Buscemi – Stati d’Animo
Sono talmente disillusa che quello che mi aspetto, e già mi riterrei graziata, sarebbe il minimo sindacabile che, per quanto umile, comunque ti dà qualcosina per dire di non avere proprio nulla.
Sono talmente disillusa che quello che mi aspetto, e già mi riterrei graziata, sarebbe il minimo sindacabile che, per quanto umile, comunque ti dà qualcosina per dire di non avere proprio nulla.
La diversità, non è un qualcosa di cui ci si deve vergognare. Essere diversi è quando dimostri non solo agli atri che puoi farcela sempre, ma con ottimismo e coraggio lo dimostri soprattutto a te stesso. Essere diversi vuol dire essere unici, insostituibili, sempre fieri di ciò che si è. Sempre pronti a combattere, sempre fieri di sperare e continuare anche la dove gli ostacoli sembrano insormontabili. Io sono così diversa e ne vado fiera.
Parto dall’idea, forse limitante, stando al grande male di vivere che rinvengo tra i pochi eletti che possano contare sulla bellezza mentale, che chi abbia intelligenza da vendere e la testa pensante, quella dove dentro si affollano scriteriati punti di vista sulle ovvietà esistenziali che non sfiorano neanche di striscio la cognizione dei più, allora, ci possano essere tante motivazioni, ispirazioni, “tendenze a”, tra le più disparate, tra le meno attinenti ed aderenti alla realtà, ma ci sono, tragicamente ed in questo “tragicamente”, anche un po’ imbastardito dal “dannatamente”, io ci ritrovo la mia motivazione ad essere.
Ogni volta che faccio amicizia con un bambino malato non vedo l’ora di rivederlo, ma poi non vedo l’ora di non rivederlo più.
Le parole senza fatti concreti sono solo rumore che a lungo tempo danno fottutamente fastidio.
Spogliata d’ogni illusione, ora credo solo a ciò che vedo; e credo… d’aver visto abbastanza per non crederci più.
Certo lo so non ho più niente da dire né da rimpiangere o da fallire. Devo solo comprare ormai della seta rossa al mio male con la quale farlo stare zitto.