Marika Solfatti – Tristezza
I lividi dalla pelle vanno via, ma i segni sul cuore restano.
I lividi dalla pelle vanno via, ma i segni sul cuore restano.
Non c’è inverno più freddo di quello in cui perdi l’unica persona che riusciva a scaldarti.
La mia incomprensibile felicità malinconica. Idioma che non si può tradurre.
Siamo circondati costantemente da orrore e disperazione e ancora non riesco a capire come facciamo a sopportarlo, ad andare avanti comunque, a fare finta di niente. Una spirale inarrestabile di desolazione che prima o poi ci inghiottirà tutti. E a volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati solo perché troppo impegnati a lamentarci continuamente di sciocchezze. Adesso ci starebbe bene una bella bottiglia di vino rosso da quindici gradi. Un’ottima alternativa per qualche ora, fino a domani mattina se sono fortunato… e poi? Troveremo davvero, un giorno, un modo per salvarci, tutti?
Gli anni passano ma certi dolori non invecchiano, restano giovani, ardono di rabbia e profumano di nostalgia.
Ho sempre saputo che nulla è per sempre, in fondo tutto finisce, ma ogni volta ho sempre sperato che almeno durasse per un bel po’. Ogni volta invece sono rimasta delusa, spiazzata, a pezzi, sanguinante e senza più lacrime. Ogni volta ho pregato che fosse diverso, ogni volta ho cambiato me stessa, pensando che il problema fossi io. Ho pregato un Dio di cui dubito l’esistenza di essermi accanto nei momenti difficili, ma in fondo è sempre stato tutto inutile, come questa volta.
Se ora mi sento giù, è solo perché esistono le bugie, i falsi e tutto quello che rende vero il finto.