Mark Twain – Morte
Tentiamo di vivere in modo tale che anche il becchino, alla nostra morte, ne sia addolorato.
Tentiamo di vivere in modo tale che anche il becchino, alla nostra morte, ne sia addolorato.
Se qualcuno oltre a me ti dirà che io sono morto, non dargli retta! Quando e se accadrà, ti prometto che te lo dirò di persona.
E finisce tutto cosìin un semplice batter di cigliaesalando l’ultimo respiroimprovvisamente il cuore batte all’impazzatatutto diventa bianco e neroun sibilo assordante riempie le orecchiepenetra fino al cervelloun formicolio s’impossessa degli artiun senso di immobilità pervade il corpo interointorno e dentro me la pace si diffondeunico ed ultimo contatto con il mondo esterno: gli occhi!Cominciano a roteare, circospetti…catturano ogni singolo particolarepronti a socchiudersi per sempreuna miriade di ricordi si aggrovigliano nella mente:colorati, vivi!I volti delle persone scorrono come titoli di coda di un film,il mio film, la mia vita!Cala il sipariolo schermo si annerisce.Fine.
È più pericoloso chi canta di morte e perversione, o chi vende la morte e persegue la perversione?
Quanti di voi hanno mai pensato: “la faccio finita”? Io credo tanti, e l’ho pensato spesso anche io. In quei momenti è banale sentirsi dire: “passerà”. Penso che l’unica cosa che possa curare da questi pensieri di morte, sia guardare gli occhi di una persona che soffre davvero tanto, stringergli la mano, e capire che anche quella stretta di mano per lui vale molto. Credetemi, vi apre il cuore con una delicatezza e dolcezza inaspettata, e vi riempie di vita vera. Quella che dovremmo vivere ogni giorno.
Non è la morte che ci spaventa, ma la strada che ci conduce ad essa.
L’ipotesi del suicidio, in alcuni casi, può anche allontanare la morte.