Marta Emme – Filosofia
Una vita è un battito d’ali (è breve) che può cambiare il mondo. È quando sei protagonista nel tuo tempo. È quando fai valere il tuo talento e fai il bene per essere contento.
Una vita è un battito d’ali (è breve) che può cambiare il mondo. È quando sei protagonista nel tuo tempo. È quando fai valere il tuo talento e fai il bene per essere contento.
Potresti conoscere tutte le lingue del mondo, ma se alla base non c’è il rispetto non riuscirai mai a comunicare…
Il mistero della vita, racchiude quello, ancora più incomprensibile della morte… ad ogni “perché” non vorremmo mai doverci porre… ma che arriva per ricordarci che ogni momento, non ci è dovuto ma donato.
Il sapere lo si può esprimere con il linguaggio verbale ma il sentire non ha ancora vocaboli alla sua altezza.
Non chiederti cosa non hai fatto. Non chiederti cosa potresti fare. Chiediti cosa hai fatto senza risultato e non ti porrai più queste domande.
Il pensiero è una classificazione della mente che agisce per giudizio indiretto, l’idea del pensiero di un Dio perfetto classifica l’uomo, a sua volta perfezione, visto che lo stesso pensiero che ne subisce l’atto dello stesso pensiero di perfezione risulta equo con lo stesso pensiero di Dio, quindi se io sono un essere pensante quindi deduco che il mio pensiero di Dio è trovare in esso un essere perfetto, ma è il pensiero di esso che mi porta ad una perfezione non contaminata, ma il pensiero è esistenza? Se così fosse allora Dio non è perfetto ma è il risultato della nostra imperfezione per essere perfetti, l’idea di Dio invece è una qualificazione di tutti i pensieri veri e non, quindi rimane l’esistenza di Dio che è un ipotesi di valori determinata da due funzioni: “la scelta e la sua funzione” la scelta è decidere se un Dio è un giudice dei propri mezzi con la quale usiamo il suo nome, la funzione è la proiezione con la quale noi qualifichiamo la sua potenza, quindi in entrambi i casi c’è un’idea che un pensiero, l’idea è l’alchimia di un qualsiasi movimento “vita” il pensiero è la conoscenza a posteriori di come sia fatta la sua immagine e somiglianza dall’alchimia stessa dell’idea.
Più che della diversità di chi invidiavano, Dio, suo Figlio e gli angeli avrebbero dovuto occuparsi delle loro due corna uguali… sulla testa e sulla schiena.