Matteo Casella – Tristezza
Mi svegliavo, la sua mano, un sorriso. Ora ricordi, angoscia, solitudine.
Mi svegliavo, la sua mano, un sorriso. Ora ricordi, angoscia, solitudine.
Ho osato troppo, ho avuto il coraggio di camminare nel vuoto senza rete, più volte sono rimasta sospesa nel vuoto, più volte sono riuscita a tornare sulla fune. Ora quella fune si è spezzata e sto precipitando, trascinando con me tutto il bene e tutto il male che sono.
Mille volte mi dicesti di lasciarti andare. Mille volte t’implorai di riprovare. Il muro che copriva il tuo cuore rasi al suolo, ne costruì con le mie mani uno ancora più alto. Mille volte, mille volte. È di te ora ho silenzi e vuoti.
Chi comprende la sofferenza propria comprende anche quella degli altri. Ci sta dentro, la comprende.
Tutto è ridicolo, eppure non c’è niente da ridere.
Il tempo scorre sempre nella dolcezza, ma resta lento quando è amaro.
Non riesco più a sognare con gli occhi di una ragazza spensierata. Non riesco più a sorridere a un bel gesto. Non riesco più a ridere senza poi piangere da sola nella mia stanza. Non riesco più ad essere quella di prima.