Mauro Corona – Desiderio
Tendo l’orecchio e sento il passo dei ricordi della perduta casa, solo una pietra cerco.
Tendo l’orecchio e sento il passo dei ricordi della perduta casa, solo una pietra cerco.
Ogni volere scaturisce da bisogno, ossia da mancanza, ossia da sofferenza. A questa da fine l’appagamento; tuttavia per un desiderio che venga appagato, ne rimangono almeno dieci insoddisfatti; inoltre la brama dura a lungo, le esigenze vanno all’infinito; l’appagamento è breve e misurato con mano avara.Anzi, la stessa soddisfazione finale è solo apparente: il desiderio appagato dà tosto luogo a un desiderio nuovo: quello è un errore riconosciuto, questo è un errore non conosciuto ancora. Nessun oggetto del volere, una volta conseguito, può dare appagamento durevole… bensì rassomiglia soltanto all’elemosina, la quale gettata al mendico prolunga oggi la sua vita per continuare domani il suo tormento.
Sentirsi, volersi, amanti nello stesso respiro.
Stanotte sussurrerò i miei desideri al cielo, affinché mi mandi una stella ad illuminare il mio sogno.
Se tu potessi leggere i miei pensieri, cammineresti al di sopra delle nuvole.
C’è chi i tuoi desideri li intuisce, chi li esaudisce, chi li scatena e poi si tira indietro.
In memoria di quello che è stato e di quello che poteva essere. In memoria di ciò ero e ancora sono, anche se non è come avrei voluto. In memoria di cosa, di chi? Di questo cuore che, anche stanotte, rivive quei desideri nascosti in fondo al mio cuore.