Mauro Lanari – Guerra & Pace
Non è da oggi che il pensiero di Hobbes appare affetto da una visuale troppo ristretta: la panbelligeranza non è confinabile all’ambito politico e antropocentrico, la guerra è di tutto e tutti contro tutto e tutti.
Non è da oggi che il pensiero di Hobbes appare affetto da una visuale troppo ristretta: la panbelligeranza non è confinabile all’ambito politico e antropocentrico, la guerra è di tutto e tutti contro tutto e tutti.
Ho le mani pulite. Sono pulite perché non potrò giocare, né mangiare, né accarezzare il viso della mia mamma che si è sporcato mentre cucinava per me cose buone da mangiare. Ho le mani pulite, rimarranno per sempre così! Non potrò più agitarle per salutare il mio papà, ne poggiarle per terra per fare le capriole. Ho le mani pulite, e la mia età rimarrà eterna. Ho le mani pulite perché qualcuno ha deciso che “io” io non dovevo più vivere.
L’ammettere i propri errori è il primo passo verso la pace.
Pace: negli affari internazionali, un periodo di inganni fra due periodi di guerra.
Dire e insegnare che la guerra è un inferno e basta è una dannosa menzogna. Per quanto suoni atroce, è necessario ricordarsi che la guerra è un inferno: ma bello. Da sempre gli uomini ci si buttano come falene attratte dalla luce mortale del fuoco. Non c’è paura, o orrore di sé, che sia riuscito a tenerli lontani dalle fiamme: perché in esse sempre hanno trovato l’unico riscatto possibile dalla penombra della vita. Per questo, oggi, il compito di un vero pacifismo dovrebbe essere non tanto demonizzare all’eccesso la guerra, quanto capire che solo quando saremo capaci di un’altra bellezza potremo fare a meno di quella che la guerra da sempre ci offre. Costruire un’altra bellezza è forse l’unica strada verso una pace vera.
Certi pacifisti più che non voler la guerra, non vogliono “questa” o “quella” guerra.
Se tutti fossero consapevoli del valore di un sorriso, nessuno si avvicinerebbe alle armi.