Megan Gandy – Stati d’Animo
È brutto vedere che siamo così maledettamente facili da sostituire e così poco importanti da riciclare i gesti fatti per noi ad altri.
È brutto vedere che siamo così maledettamente facili da sostituire e così poco importanti da riciclare i gesti fatti per noi ad altri.
Se taci nessuna ti ascolta, se sei in silenzio ti ascolta solo chi t’ama.
Troppe volte corriamo incontro al futuro trascinando il passato.
Tutto quello che volevo era solo una collina dove sdraiarmi.
Scissioni elettive. Li chiamo così i frammenti che saltano in aria come mine vaganti, a rischio scoppio, da quel mio me centrale che avrebbe bisogno di interezza. Proiezioni. Salti funambolici tra il trapezio del Sé e l’isoscele dell’Io. Tonalità. Crome e diesis che mi urlano dentro in sinfonie distorte e stonate. E più mi urlo, mi urlano, più m’insonorizzo e più non mi do retta. Il “no” è la mia ottava nota musicale. Mi sbatto gli occhi in faccia. Mi allontano, di schiena. C’è chi si prende le misure; io mi prendo le distanze.
E ci ritroveremo pieni di graffi, ma ancora in piedi. Con vicine le sole persone che contano davvero. Che desideriamo nel viaggio con noi. E i lividi, quelli, non faranno più alcun rumore.
Non mi pento di niente rifarei tutto quanto in epoche diverse.