Megan Gandy – Stati d’Animo
È troppo grande questo mondo per me, a me basta un angolo tutto mio.
È troppo grande questo mondo per me, a me basta un angolo tutto mio.
Il cuore parla e la mente gli sussurra: soffrirai e piangerai se ti lascerai andare ed io sarò qui, e ti dirò ancora una volta “te l’avevo detto.”
Credo che subire un torto sia paragonabile al morso di zanzara: la puntura arriva come un colpo basso, scorretto inaspettato e senza un motivo apparente. Ci risulta insopportabile, ma cerchiamo di non pensarci dicendoci che non ne vale la pena o c’è il rischio di farci del male gratuito. Alla fine però cediamo all’impulso e non riusciamo a smettere di rimuginarci sopra, come quando facciamo una croce sul pizzico e nonostante tutto iniziamo a grattarci con frenesia, e non ci fermiamo più, nemmeno se inizia ad uscire il sangue… certo, fa male… e tanto… tuttavia, ci sembra anche di sentirci meglio… come quando non vogliamo accettare l’evidenza e ci inventiamo una scusa, una spiegazione satura di bugie che ci fa sentire sollevati.
Tutti vogliono tutto. Tutto diventa scontato, dovuto e ammuffito. Non fai in tempo a dare un dito che ti chiedono un rene. Non fai in tempo a chiedere aiuto che si tagliano le vene. Morti. Se chiedi sono tutti morti. Una città di fantasmi che gridano al mercato con le mani nascoste sotto il lenzuolo a trafficare amore in cambio di sesso e amicizia in cambio di buoni pasto. Ma la vera infelicità qual è? Chiedere e non ricevere oppure dare e non sentirsi mai abbastanza? Ma il problema dove sta? Nel turgido egoismo sempre in tiro o nell’accoglienza vana di un timido altruismo che prende sprangate in viso? Tutti vogliono tutto, tutti vogliono essere felici a discapito della felicità altrui. Questo è il punto. Punto.
Non mi pento di niente rifarei tutto quanto in epoche diverse.
Il buio non distrugge ciò che nasconde, o meglio il buio non esiste, è solo assenza di luce.
La mancanza sa essere molto più dolorosa dell’assenza che presuppone ci sia stata la presenza di qualcosa o qualcuno.