Michela Zanarella – Cielo
Mi sazio di fragili confini contemplando non una qualsiasi luce, ma generazioni limpide d’immenso.
Mi sazio di fragili confini contemplando non una qualsiasi luce, ma generazioni limpide d’immenso.
Osservando le stelle, l’alba, il tramonto o quel breve istante in cui due labbra innamorate…
Spesso il cielo si vede di notte.
[…] – “Secondo te le stelle sanno di pan di zucchero o di sale?”- “Non lo so, non le ho mai assaggiate.”- “Io sì, sono rimasta molte notti sul balcone della casa dei bambini chiusi. Le stelle in estate perdono briciole che arrivano in bocca.”- “e come sono?”- “Salate, a gusto di mandorla amara.”- “Le preferivo dolci.”- “Ma no, guasterebbero la terra per quante ne arrivano. Certe notti c’è tempesta di stelle sbriciolate. La terra è seminata da loro, riceve senza poter restituire. Allora dal basso si alzano le preghiere a sdebitarsi, di alberi e di bestie che ringraziano”[…].
Credi di aver toccato il cielo e provi a trattenerlo, ma senti che ti sfugge…
Mi sono chiesto spesso il motivo per cui miliardi di puntini luminosi squarciano il cielo notturno. Non ho ancora trovato una risposta ma ho capito perché miliardi di persone sulla terra si sentono sole.
Chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria.