Michelangelo Da Pisa – Destino
Siamo note che confusamente abitano lo spartito della vita, in balia di stonate orchestre dirette dal destino.
Siamo note che confusamente abitano lo spartito della vita, in balia di stonate orchestre dirette dal destino.
Un palmo che scorre sul viso è alchimia terapeutica; una carezza porta sempre in grembo un frammento d’infinito.
Mi è sempre sembrato che ci sia una parte di slealtà nella nostalgia, come quando dopo che è successo qualcosa, qualcuno dice “te l’avevo detto” o “lo sapevo”, e non è mai vero e non aveva detto e non sapeva niente prima che succedesse.
C’è un particolare momento della giornata in cui, mentre il sole sazio e consumato si adagia a ovest, la luna, impacciata e introversa, sgorga dall’est. Quel momento lo chiamo “strabismo emozionale” perché gli occhi, incerti, non sanno da dove attingere incanto.
Non si può essere padroni del proprio destino se prima non si è padroni di se stessi.
L’universo è un immane, splendido e mortale palcoscenico.
Leggere è vaccinarsi contro la quotidianità.