Michelangelo Da Pisa – Felicità
Ti rendi conto che sei sereno quando ascolti il vento fischiare attraverso una finestra socchiusa e trovi che sia una melodia armoniosa, quasi volesse sussurrarti il segreto della felicità.
Ti rendi conto che sei sereno quando ascolti il vento fischiare attraverso una finestra socchiusa e trovi che sia una melodia armoniosa, quasi volesse sussurrarti il segreto della felicità.
Dovrei imparare a bastarmi e capire che valgo anche da sola. Devo convincermi del fatto che la mia felicità, il mio sorriso non dipende da nessuno se non da me stessa.
Cosa ci gridano dunque l’avidità e l’impotenza se non che un tempo nell’uomo c’è stata un’autentica felicità, di cui ora gli rimangono il segno e l’impronta vuota, che egli tenta invano di riempire con tutto quanto lo circonda, promettendosi dalle cose assenti l’aiuto che non ottiene da quelle presenti, ma invano, perché questo abisso infinito non può essere colmato che da un’infinita e immutabile realtà, cioè Dio stesso.
La felicità è come il tramonto del sole, passa davanti agli occhi senza che te ne accorgi.
Se ci fosse una macchina del tempo vorresti andare nel passato o nel futuro? Beh, la mia domanda sarà anche di fantasia, ma la tua risposta descriverà distrattamente il tuo presente.
Il tempo per fare felici gli altri è quello in cui gli altri ci chiedono la felicità.
Felicità, improvvisa vertigine, illusione ottica, occasione da prendere, parcheggiala senza frecce o triangolo, tutti dormono già e si è spento il semaforo. Ieri a te, oggi io sono il prossimo, quanto durerà, io lo chiedo agli altri ma si vede che c’era un filo invisibile, se n’è andata via, resta la scenografia.