Michelangelo Da Pisa – Social Network
Correva l’anno uno ante Facebook, quando condividere era ancora un verbo di cui andare fieri.
Correva l’anno uno ante Facebook, quando condividere era ancora un verbo di cui andare fieri.
Appaio per come parlo, sono quel che taccio, sogno ciò che scrivo.
Tutti noi abbiamo una maschera scenica sopra un’indole cinica.
Il pianeta Terra sarebbe perfetto se non fosse per quei sette miliardi di difetti che lo popolano.
Sin da piccolo provavo repulsione per il disegno geometrico, per quell’ingabbiare tratti di matita in noiosi quadretti, tirare linee schiave di righe e compassi, ma se mi regalavi un foglio bianco, la mia mano si sentiva libera di colorare i miei pensieri senza margini, senza remore. Allo stesso modo, quando ami, devi saper disegnare su un foglio nudo, magari sbagliando, scrivendo di traverso, componendo forme apparentemente incomprensibili. I geometri del sentimento non sanno cosa si perdono.
La femminilità è un pericoloso equilibrio tra l’erotismo e l’essenza.
Ho voglia di perdermi, non importa dove, in un cielo stellato, nei racconti di un bambino, negli occhi di una sconosciuta, ho solo voglia di perdermi senza ritrovarmi, fare un passo avanti verso l’ignoto, lasciando il tempo che scorre alle mie spalle, sentire brividi di vita sulla pelle.