Michelangelo Da Pisa – Stati d’Animo
Se ci fosse una macchina del tempo vorresti andare nel passato o nel futuro? Beh, la mia domanda sarà anche di fantasia, ma la tua risposta descriverà distrattamente il tuo presente.
Se ci fosse una macchina del tempo vorresti andare nel passato o nel futuro? Beh, la mia domanda sarà anche di fantasia, ma la tua risposta descriverà distrattamente il tuo presente.
Siamo solo piccoli granelli di sabbia, sospinti dal vento, illuminati per un singolo attimo da un raggio di sole nell’infinità dell’universo.
Come un fiore d’acciaio, dalla delicatezza inossidabile, dalla durezza che screpola i petali. Un giardino ferroso a scaglie e schegge a ferire il piede destro sotto il mio doloroso sguardo sinistro.
Scruto i suoi occhi. La mia mente sta già accettando una verità che il mio cuore preferirebbe respingere.
L’onda di marea doma le orme, ma non il significato dei miei passi.
Se dobbiamo avere un mondo migliore (e chi è tanto sofisticato da non volerlo?), l’eliminazione di un dolore non necessario potrebbe essere un buon inizio.
Momenti. Esigo la mia solitudine, amo accoccolarmi tra me e me, sino ad addormentarmi così, avvinghiata alla mia anima e appoggiata al mio cuore.
Siamo solo piccoli granelli di sabbia, sospinti dal vento, illuminati per un singolo attimo da un raggio di sole nell’infinità dell’universo.
Come un fiore d’acciaio, dalla delicatezza inossidabile, dalla durezza che screpola i petali. Un giardino ferroso a scaglie e schegge a ferire il piede destro sotto il mio doloroso sguardo sinistro.
Scruto i suoi occhi. La mia mente sta già accettando una verità che il mio cuore preferirebbe respingere.
L’onda di marea doma le orme, ma non il significato dei miei passi.
Se dobbiamo avere un mondo migliore (e chi è tanto sofisticato da non volerlo?), l’eliminazione di un dolore non necessario potrebbe essere un buon inizio.
Momenti. Esigo la mia solitudine, amo accoccolarmi tra me e me, sino ad addormentarmi così, avvinghiata alla mia anima e appoggiata al mio cuore.
Siamo solo piccoli granelli di sabbia, sospinti dal vento, illuminati per un singolo attimo da un raggio di sole nell’infinità dell’universo.
Come un fiore d’acciaio, dalla delicatezza inossidabile, dalla durezza che screpola i petali. Un giardino ferroso a scaglie e schegge a ferire il piede destro sotto il mio doloroso sguardo sinistro.
Scruto i suoi occhi. La mia mente sta già accettando una verità che il mio cuore preferirebbe respingere.
L’onda di marea doma le orme, ma non il significato dei miei passi.
Se dobbiamo avere un mondo migliore (e chi è tanto sofisticato da non volerlo?), l’eliminazione di un dolore non necessario potrebbe essere un buon inizio.
Momenti. Esigo la mia solitudine, amo accoccolarmi tra me e me, sino ad addormentarmi così, avvinghiata alla mia anima e appoggiata al mio cuore.