Michelangelo Da Pisa – Stati d’Animo
Capita di aspettare così tanto qualcosa che finisci per dimenticare cosa stavi aspettando.
Capita di aspettare così tanto qualcosa che finisci per dimenticare cosa stavi aspettando.
Ciò che amo dei fiori è la loro imprevedibilità, la forza di compensazione all’incuria umana, l’audacia dello schiudersi nel disincanto.
Resto nascosta dietro le labbra tanto abili nel dire, quanto nel nascondere. Ogni giorno tingo la lingua nel calamaio dei respiri, fermi in attesa che l’ultima parola si esponga al silenzio, zittito dietro un azzardato lamento.
C’è chi dice che non porta rancore, chi non sa odiare, chi perdona tutto. Sinceramente lo trovo un po poco reale. Quando ti feriscono provi rabbia e rancore, ma questo non vuol dire che fai di quel rancore la tua ossessione. Con il tempo si trasforma in schifo e in pena. L’odio che è un’altra forma di rabbia, anch’esso nel tempo sparisce tramutandosi in indifferenza. Ma tutti lo abbiamo provato. C’è chi ne fa una ragione di vita, per invidia, frustrazione e cattiveria d’animo facendolo divenire qualcosa di distruttivo per se stessi e chi lo prova sul momento ma lo dimentica tramutandolo in altro perché questo è assolutamente più intelligente e costruttivo a livello personale!
Come un’aquila, guardo dall’alto la mia valle: la vedo dormire e mi accorgo di quanto è bella, di una bellezza tale che mai avrei notato se non me ne fossi allontana. Vorrei rimanere… la montagna sembra volermi dire “ti aspetto”. “Aspettami”, dico io, “torno presto”.
Niente è più spiacevole del sentirsi incompresi dalle persone che invece dovrebbero conoscerti di più.
La realtà arrugginisce i sogni flebili, rafforza quelli nobili. I miei sono inossidabili.