Michele Acanfora – Desiderio
Non c’è potenza capace di frenare il fervore che scorre nelle vene di colui che ha veri ideali.
Non c’è potenza capace di frenare il fervore che scorre nelle vene di colui che ha veri ideali.
Riponi in uno stipetto un desiderio. Lascia passare un po’ di tempo poi aprilo: vi troverai un disinganno.
Il vero desiderio deve rimanere tale.
Non è tanto l’eccessiva e ostentata istruzione, né tanto meno una prestigiosa posizione sociale, a caratterizzare una persona. Ciò che è davvero la base determinante, su cui tutto gira, è il credere in se stessi. Che è una condizione personale che va a prescindere da cose artificiose e formali.
La luce dei nostri occhi brilla ogni qualvolta ci sentiamo liberi e amati.
Le tue labbra, la mia libertà. Le tue mani, il mio tormento. Il tuo corpo, il mio appagamento. Scappa da me e spoglieremo il desiderio per vestirlo con il piacere.
Voglio tornare a sfiorare le ali delle farfalle, invidiare la loro bellezza e il loro spirito libero; voglio tornare a correre spensieratamente per i prati e sentire la dolcezza dell’erba che accarezza le mie gambe nude e la brutalità dell’ortica che le punge; voglio poter gioire nel vedere il primo fiore di primavera colorare uno spazio privo di luce; voglio cantare a squarciagola finché la mia musica non verrà udita da tutti e la mia voce non svanirà; voglio poter agire senza curarmi delle considerazioni altrui ed esprimere i miei pensieri senza ascoltare alcuna obiezione; vorrei che la notte fosse infinita in modo che l’oscurità celi ogni cosa e spinga anche i vili a trovare il coraggio di ricercarla per sopravvivere e che la luce diurna non splenda abbastanza per rivelare tutti i misteri del mondo risparmiando all’uomo la fatica di combattere incessantemente per scovarli.