Michele Sannino – Destino
Urlo, come il mare in tempesta, che sbatte e si infrange sugli scogli dei miei errori e non so cosa potrei far per cambiare il passato, rimediare non si può, quello che fu resta, quello che sono, lo sarò per sempre.
Urlo, come il mare in tempesta, che sbatte e si infrange sugli scogli dei miei errori e non so cosa potrei far per cambiare il passato, rimediare non si può, quello che fu resta, quello che sono, lo sarò per sempre.
Nominare troppo spesso il destino, scaricando su di esso le motivazioni di tutto ciò che ci accade, significa alleggerirsi del peso della responsabilità che ogni nostra scelta comporta.
Siamo davvero i padroni del nostro destino o le nostre azioni non sono che minuti tasselli dell’intreccio infinito del caso nello smisurato vortice del possibile?
Certi silenzi parlano da se, come certe presenze non hanno bisogno di parole.
Toccarsi, sfiorarsi, un bisogno di chi si sente solo.
A cosa serve vivere aspettando qualcosa che forse non arriverà mai? Non ne conosciamo il nome né l’aspetto. Aspettiamo il niente che colmi l’insoddisfazione che regna nel mondo.
Ci sono persone che il tempo dona a loro il giusto merito. Vi sono anime…