Michele Sannino – Stati d’Animo
“Magari” è una stupenda canzone di Renato Zero. Io la uso come biglietto da visita, basta saperlo leggere e potrai trovar la strada che ti porta in quel luogo chiamato cuore, dove tutto è possibile.
“Magari” è una stupenda canzone di Renato Zero. Io la uso come biglietto da visita, basta saperlo leggere e potrai trovar la strada che ti porta in quel luogo chiamato cuore, dove tutto è possibile.
È quell’inquietudine dentro che agita il mare dei miei sentimenti, provocando uragani.
Ci sono cose che non puoi spiegare. Loro semplicemente partono dall’anima, dall’istinto e dal sesto senso. Ci sono cose che semplicemente sono e altre che semplicemente dovevano essere… Poi ci sono quelle che non saranno mai.
Merito qualcuno che sia diverso da quello che fino ad oggi ho avuto. Merito qualcuno che sappia rischiare per me e che sappia dimostrare non solo grandi sentimenti e valori ma soprattutto quella parola che spesso è l’unica che manca: “Volere”. Merito qualcuno che non mi dica: “Ci sono”… Ma che mentre me lo dice lo dimostri con quei modi più stupidi e banali che esistano. Quei modi che si nascondono dietro un abbraccio, una carezza e anche un semplice sorriso. Piccole, ma chiare dimostrazioni che tu sei quel pensiero unico e costante nella mente di qualcuno!
Le delusioni mi hanno insegnato a non dare più fiducia troppo facilmente alle persone, a valutarle e dare ascolto sempre al mio sesto senso, che è l’unico che non mi ha mai delusa.
Ciao, scusa, non avrei dovuto chiamarti, me ne rendo conto solo ora. Ho passato un brutto momento, avevo bisogno di sentire la voce di qualcuno. Non voglio disturbarti o rattristarti con i miei problemi. È solo che… è solo che mi sento sola. Tutto il tempo, lo so, lo so, è stupido perché ho delle amiche, ma nonostante ora la mia vita sembri più piena io mi sento ancora sola. Ti ho chiamato, non perché tu mi consolassi, sai ho pianto un sacco, ma solo per dimostrarmi che invece qualcuno per me c’è, quando ne ho bisogno. Sei gentilissimo, non sapevo se chiamare o non, in fin dei conti non meriti di sentire tutto questo. Ti ringrazio per avermi ascoltata. Sei una gran bella persona. Questo è quello che ti avrei detto se mi avessi risposto.
Oggi, mi taglio. Mi taglio fuori dal mondo, mi costringo in un angolo, senza fiatare, sennò le prendo. Oggi, mi taglio con una forbice a zig-zag e ghirigori e mi faccio venire i brividi quando le due lame non mi prendono bene la pelle e vanno di liscio, masticando appena e non tranciando di netto. Nell’ampiezza d’angolo della forbice aperta, ci sta tutta la mia ansia, l’attesa di uno “zac” che vibra nell’aria e che mi fa male ancor prima di farmene davvero; nella forbice chiusa, ci sto io, stretta, stretta, senza respiro, incastrata. Forbici in mano a sadiche Parche che tessono e recidono i fili del mio destino.