Michele Sannino – Stati d’Animo
Quanto ancora devo aspettare, quanto ancora devo ascoltare.
Quanto ancora devo aspettare, quanto ancora devo ascoltare.
Quando un suono interrompe la tua nostalgia, quando un ostacolo si intromette nella tua via devi trovare un antidoto per la malattia, quel male atroce, o quel che sia.
Le mani, sono il primo passaggio di molte cose spesso inosservate, ma di grande valore: la stretta di mano, simbolo di conoscenza. Il tendere una mano, sinonimo di aiuto. Una carezza, la dimostrazione di affetto. Tenersi per mano, la paura di perdersi. Battere le mani, simbolo di approvazione. Usiamo le mani per tutto questo ricordandoci di non usarle mai contro qualcun altro, perché quello è l’unico modo negativo che hanno di mostrare qualcosa.
Può un’emozione annullarne un’altra? Forse è possibile quando sfiorando appena i nostri pensieri, essa riesce a farli sorridere silenziosamente.
Mi sono perso nell’incanto delle parole, mi sono sentito inghiottito da un vortice di pensieri, sono stato invaso da una girandola di sogni, mi sono fatto cullare da una dolce canzone, e alla fine è nata, anzi no… Alla fine “Ho costruito un’emozione”.
Ho composto intere filosofie per dare risposta alle tante domande che mi pongo, e delle volte ho ricevuto anche risposte. Eppure molte paure mi rimangono, e altrettante domande. Oggi sono sola come ieri, e ancora mi domando cosa ci faccio io al mondo, e qual è il senso del mio essere qui, e dove andrò a finire dopo questa vita. L’esistenza a volte mi minaccia ed io cerco un rifugio, una protezione da quel senso di precarietà che è la mia vita. Per me ieri come di oggi è l’angoscia di fronte alla morte, e al’insicurezza che so di avere in me, il mio inizio e di non poter padroneggiare il mio destino. Il castello di vetro che mi sono costruita come una fortezza attorno a me è un involucro che mi protegge dal mondo esterno, dalle sofferenze e dal dolore. Però quando sento di poter far crollare quel vetro decodo di affrontare le mie paure e lasciarmi abbandonare dall’amore, quello che sa accarezzare, quello che sa comprendere l’anima e il cuore che dal gelo profondo si scioglie come neve al sole. Ora sono sola con me stessa, ma serena perché affronto attraverso i miei silenzi la mia esistenza.
Se spengo la luce finirà tutto questo sentire? Per quanto? Per quanto devo continuare a sentire?