Michele Tommasini – Tristezza
Una spalla su cui piangere… una mano alla quale aggrapparmi, uno sguardo per non essere solo… un sorriso per un sorriso… nulla più.
Una spalla su cui piangere… una mano alla quale aggrapparmi, uno sguardo per non essere solo… un sorriso per un sorriso… nulla più.
È quando speri e vorresti essere qualcosa in più che ti rendi conto in fondo di non essere nessuno.
Spesso le partenze sono accompagnate da nebbie di tristezza. Succede, quando si vuole bene. La normalità come un sottile vento tra i suoi vortici la dirada, ricordando che arrivederci non è addio.
Sono incoerentemente triste e malinconica, allegra, silenziosa autoironica, la gioia la porto nel cuore, la speranza viaggia con me, so ridere e piangere, amare, dimenticare e ricordare tutto, sono orgogliosa a volte e puntigliosa, sono tutto ciò e tanto altro ancora ma sopratutto sono io.
L’anima delusa che sceglie nonostante tutto ancora l’amore, anche dopo essere stata ferita è quella che fa dell’amore la sua più sublime follia.
Vi è una tristezza nell’anima, che graffia su cicatrici ancora non cicatrizzate, quasi a voler dire, non ti permetto di lasciarmi sola!
La solitudine ci da la forza di restare con gli altri.