Miguel de Cervantes y Saavedra – Cielo
Nessun limite eccetto il cielo.
Nessun limite eccetto il cielo.
Siamo davvero sicuri che ci sia sempre il sole dietro le nuvole?
È meglio stare all’ombra e vedere la luce che stare alla luce e vedere l’ombra.
Ma intanto la noce [una noce di nuvola, è detto prima] aveva partorito e svolto il più nero e feroce nembo che si vedesse da un pezzo in qua. Parve che si avventasse direttamente sul campanile, unico desto in quella vasta calura pomeridiana sprovveduta, per soffocarvi la squilla. Ma lì fu respinto, inzeppato su sé medesimo come un furioso che venga a scontrar la corsa e la rabbia su due saldi pugni. Di steso ch’era, crescente ad aduggiar cielo e terra, ribollì come la risacca del mare, rifluì e impennò il suo precipizio in una colonna da sfondare il firmamento.
Punto al cielo e, mal che vada, avrò vagabondato tra le stelle.
Anche il cielo sa scrivere poesie…
Perché molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere, aumenta il dolore.