Miriam Zizzo – Figli e bambini
I figli sono il vero collante di un matrimonio, ma di solito il collante non riesce a nascondere le crepe.
I figli sono il vero collante di un matrimonio, ma di solito il collante non riesce a nascondere le crepe.
Urlare per farsi obbedire dai figli è come suonare il clacson per far sterzare la macchina, e di solito ottiene lo stesso risultato.
Noi mamme speciali siamo belle, nelle nostre insicurezze e nelle nostre paure. Belle, nella stanchezza della sera o al mattino con le occhiaie, perché abbiamo trascorso la notte a “consolare”. Siamo belle nel nostro essere leonesse, anche con le mani “infermiere” che tremano, negli angoli delle nostre bocche quando abbozziamo un sorriso “che domani andrà meglio”. Siamo belle quando “nude” di fronte al dolore e spesso di nascosto, piangiamo lacrime d’amore, quando pensiamo di non farcela e cadiamo ma poi ci rialziamo sempre e continuiamo ad amare, a sognare e a urlare, sì a urlare perché la vita ci deve ascoltare!
Da bambina dovevo essere adulta, non avevo le possibilità per poteri conquistare le spensieratezza. Oggi da adulta mi scopro bambina, a giocare e saltellare sui letti con i miei figli. Non sempre le cose vanno come vorremmo, a volte capitano subito a volte dopo, ma la vera importanza dell’essere vivi sta proprio nel vivere ogni emozione anche quando pensi non l’avresti vissuta mai.
I bambini che scappano, si guardano alle spalle per vedere se il papà li rincorre. Se non lo fa, lo aspettano, fregandosene del vantaggio.
È sempre più forte di me. Lo è sempre stato. Perché a lui basta una parola per farmi male. Anzi, anche meno: una parola non detta, un silenzio, una pausa. Uno sguardo rivolto altrove. Io posso sbraitare e dimenarmi per ore, passare alle ingiurie, mentre a lui per stendermi basta una piccola smorfia, fatta con un angolo del labbro.
Tutti i bambini sono degli artisti, si divertono con poco, basta un foglio e dei pennarelli e il gioco è fatto. Poi da grandi perdono un po’ l’abitudine, ma tu Justin hai l’anima dai colori dell’arcobaleno. La tua mamma.