Mirka Naldi – Stati d’Animo
Quando smetto di sentirmi libera, inizio a perdermi.
Quando smetto di sentirmi libera, inizio a perdermi.
Ritengo una delle fortune della mia vita il fatto di non scrivere per i giornali. Le mie tasche ci rimettono, ma la mia coscienza è soddisfatta.
Ognuno ha un “proprio ego” in cerca di conferme.
Lo porto addosso l’azzurro, come una seconda pelle.
Esser coerenti non sempre vuol dir riuscire a sfuggire all’incoerenza, il più delle volte si riesce appena a riconoscerla.
Erano sottili e ben strani, pensava, i collegamenti che si potevano stabilire tra cose in apparenza non connesse: dipinti, parole, ricordi, orrore. Sembrava che tutto il caos del mondo, disseminato in qualche modo sulla Terra dal capriccio di dèi ubriachi o imbecilli – una spiegazione valeva l’altra – o di spietate fatalità, potesse vedersi di colpo ordinato, trasformato in un insieme dalle proporzioni precise, sotto la chiave di un’immagine inaspettata, una parola detta per caso, un sentimento, un quadro contemplato insieme ad una donna morta dieci anni prima, ricordato adesso e ridipinto alla luce di una biografia diversa da quella di chi l’aveva concepito. Di uno sguardo che forse lo arricchiva e lo spiegava.
Libero è il canto del viandante che vive il suo cammino, egli sa che non esiste fine al suo avanzare verso il limpido orizzonte che scorge. La sua voce toccherà luoghi lontani e il vento si vestirà fiero dell’eco delle sue parole.Procede con passo certo il viandante scevro da inutili pesi, il suo pellegrinare tra le molteplici avversità, diverrà, leggiadro soffio tra i fiori odorosi del suo giardino, perché solo chi conosce la via, ha in mano la bilancia della saggezza.