Mirko Badiale – Religione
Credo in Dio, ma non fino al punto di pensare che esista.
Credo in Dio, ma non fino al punto di pensare che esista.
Si chiami la storia “sacra” col nome che merita in quanto storia maledetta; le parole “Dio”, “salvatore”, “redentore”, “santo” siano usate come oltraggi, come epiteti da criminali.
Tu non devi essere un predicatore, ma hai una maniera efficacissima per predicare: il buon esempio.
L’uomo ama come vive, la donna vive come ama. È questa l’unica differenza fra i due sessi.
Cattivi padri fanno buoni scrittori.
Dico dunque che questa proposizione, “Dio esiste”, è in sé stessa e di per sé evidente, perché il predicato s’identifica col soggetto; Dio infatti è il suo essere: ma siccome noi ignoriamo l’essenza di Dio, per noi non è evidente, ma necessita di essere dimostrata per mezzo di quelle cose che sono a noi più note, […] cioè mediante gli effetti.
Il velo, certo, non è il costume nazionale delle egiziane né tanto meno un segno fondante dell’identità araba. Eppure negli ultmi tempi si è impregnato di una carica identitaria che va oltre l’adesione fideistica all’islam, travalica i confini della religione e si getta anima e corpo nell’appartenenza a un popolo, a una regione, a un destino.