Nello Maruca – Filosofia
Nulla è assoluto nell’uomo, perché è l’umanità sbagliata.
Nulla è assoluto nell’uomo, perché è l’umanità sbagliata.
Chi vanta di potere fare tutto difficilmente riesce in qualcosa.
Il piedistallo del giudizio, è solo per gli dei.
Dio dei cieli, che cosa vuoi fare? Non addossare a me l’oscenità dei tuoi figli e angeli, non creare sangue indecente per prendere l’essenza di luce di una sola persona e vestirti di scandaloso potere. Lo dico per te, per il Regno, se non vuoi vederti insieme alla creazione e le tue creature all’inferno che così ti scegli. È meglio il nulla eterno che la dannazione eterna, credimi.
Meglio gustare la salita e assaporare il cammino piuttosto che ritrovarsi in vetta insieme ad un’illusione.
Mille sentieri vi sono non ancora percorsi, mille salvezze e isole nascoste della vita. Inesaurito e non scoperto è ancora l’uomo e la terra dell’uomo.
La caratteristica meravigliosa delle leggende è che esse hanno un inizio, ma non hanno una fine. Anche se trascurate, sono scritte o incise da qualche parte; anche se non sono scritte, il loro ricordo permane oralmente. Tutti noi, per non morire nella nostra identità oltre che nel nostro corpo, dobbiamo renderci protagonisti di leggende, dobbiamo saper lasciare il nostro marchio. Dopotutto, se non lo facciamo, leggendo il nostro nome, i nostri discendenti si diranno: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. È ciò che non vogliamo. Questo sempre ammettendo come vera l’ipotesi di una realtà passata e di una realtà futura che appare sempre più lontana da noi: non è forse il pensiero l’unico legame con il passato che si può trovare in un uomo? Non è forse l’istinto l’unico legame con il passato che si può trovare in un animale? Non è forse nessuno il legame che lega una pietra al passato? Certo mi direte che il tempo l’ha erosa, l’ha mischiata ad altra sabbia, altra roccia ed altra terra, ma lo dite solo perché lo vedete voi. La pietra questo non lo vedrà mai. Lo stesso ragionamento è applicabile al futuro. Stranamente solo il presente si salva. Viviamo in un eterno presente?