Nerea Riesco – Libri
Sono più orgoglioso di aver saputo conquistare la tua anima che non aver posseduto il tuo corpo.
Sono più orgoglioso di aver saputo conquistare la tua anima che non aver posseduto il tuo corpo.
Ecco il momento che ho tanto atteso. Quante volte, frugando nei ricordi, spostando pezzi dolorosi, macigni di delusioni, sono andato giù, infondo, fino a trovare quel sorriso. E ora eccolo lì, davanti a me. E lo divido con altri. Tutto ciò che era mio, solo mio. E improvvisamente mi ritrovo a correre attraverso un labirinto fatto di momenti: il nostro primo incontro, il primo bacio, la prima volta… l’esplosione impazzita del mio amore per te. E in un attimo ricordo tutto quello che non ti ho potuto dire, tutto quello che avrei tanto voluto che tusapessi, la bellezza del mio amore.
“Sentirò la tua mancanza, Jonathan.””Che dici mai? Sully, vergogna! Via, non dire sciocchezze! Cosa studiamo a fare, tutto il giorno? Se la nostra amicizia dipendesse da cose come lo spazio e il tempo, allora, una volta superato lo spazio e il tempo, noi avremmo anche distrutto questo nostro sodalizio! Non ti pare? Ma se superi il tempo e lo spazio, non vi sarà nient’altro che l’Adesso e il Qui, il Qui e l’Adesso. E non ti sa che, in questo Hic et Nunc, noi avremo occasione di vederci, eh, ogni tanto?”
Non riuscì più a pensare. Un formicolio si era impadronito di lui, paralizzandogli braccia, gambe e cervello. Era troppo vicina. Vedeva ogni lacrima appesa alle sue ciglia.
Edward.Pronunciare il suo nome era diventato incredibilmente facile. Non sapevo bene cosa fosse cambiato. Forse dipendeva dal fatto che non avevo intenzione di sopravvivere a lungo senza di lui.
Saphira vive dentro di me, così come io vivo in lei. Condividiamo sentimenti, sensazioni, pensieri, a tal punto che spesso siamo una sola mente, invece che due.
Se un medico avesse assistito al parto, forse avrebbe potuto fermare l’emoraggia che uccise Penélope mentre lei graffiava la porta sbarrata urlando e dall’altra parte dell’uscio suo padre piangeva in silenzio e la madre lo fissava terrorizzata. (…) Quando aprirono la porta e trovarono Penélope morta in una pozza di sangue, con una creatura livida tra le braccia, nessuno ebbe il coraggio di parlare.