Nicola Stiso – Economia e Finanza
Non tutte le cose vendute risultano buone, né tutte quelle che non si riescono a vendere sono necessariamente prive di valore o utilità.
Non tutte le cose vendute risultano buone, né tutte quelle che non si riescono a vendere sono necessariamente prive di valore o utilità.
Un maniaco di grandezza ci ha coinvolto, senza che il popolo lo volesse e senza le risorse e i mezzi necessari, in una guerra che ci ha lasciato con le ossa rotte. Da allora, fino ai giorni nostri, sono trascorsi oltre due terzi di secolo. Le nazioni partecipanti al conflitto che ne uscirono sconfitte e malconce, nel frattempo, sono riuscite a rifarsi delle batoste subite; prima fra tutte la Germania. Purtroppo l’Italia ha sempre arrancato senza riuscire a rimettersi in piedi. Il peso della nazione è sempre gravato sulla grande massa dei lavoratori; mentre una sottile fetta della popolazione, la cosiddetta casta, fagocitava costantemente l’ottanta per cento dei guadagni prodotti dall’economia del Paese. Si spera in una inversione di tendenza.
Le Banche in base ad un Rating che ci fanno decidono se darci il denaro oppure no. Facciamogli il rating anche noi!
Non ci può essere libertà se non c’è libertà economica.
Nel dopoguerra, le banche operavano con un capitale che valeva dal 20 fino al 30 percento dei loro impieghi (prestiti, investimenti). Sotto lo sguardo tollerante dei super Banchieri centrali, quella riserva di capitale è stata lasciata scendere alla vigilia della crisi fino al 3 percento. In sostanza le autorità competenti hanno permesso che le banche si comportassero come un consumatore che si compra la casa mettendoci appena il 3 percento di risparmi propri, e per il resto investendo denaro preso a prestito.
Banche fornaci aperte soltanto per sottrarre denari e restituire del pianto.
Quando si tratta di soldi tutti pensano a se, quando si tratta di difetti tutti pensano agli altri.