Norman Mailer – Omosessualità
Non esiste probabilmente eterosessuale sensibile a questo mondo che non sia preoccupato della sua omosessualità latente.
Non esiste probabilmente eterosessuale sensibile a questo mondo che non sia preoccupato della sua omosessualità latente.
L’omosessualità è contro natura, come camminare sull’acqua, morire e risorgere, moltiplicare il cibo e rimanere incinta da Vergine.
Ciò che dà alle donne chiuse nell’omosessualità un carattere virile non è la loro vita erotica, che, al contrario, le confina in un universo femminile; è l’insieme delle responsabilità che sono costrette ad assumere in quanto fanno a meno degli uomini.
L’omosessualità non è un motivo valido per insultare una persona, è come un tratto somatico che portiamo con noi dalla nascita, una cosa che per quanto si possa celare, resta sempre lì ad aspettare che ci si senta abbastanza pronti per mostrarla con orgoglio, come quella parte diversa da come ci vorrebbero, ma stranamente giusta per come ci vorremmo noi.
Caro omofobo, invece di occuparti della mia omosessualità dichiarata e naturalmente vissuta, occupati della tua che mi pare venga, per mera ipocrisia, falso pudore o chissà per qual altro assurdo motivo, fino ad oggi nascosta, repressa e del tutto rifiutata da te stesso.
A mio avviso, oggi il movimento omosessuale ha più bisogno di un’arte del vivere che di una scienza o di una conoscenza scientifica (o pseudoscientifica) di cosa sia la sessualità. La sessualità fa parte dei nostri comportamenti, fa parte della libertà di cui godiamo in questo mondo. La sessualità è qualcosa che siamo noi stessi a creare – è una nostra creazione assai più di quanto non sia la scoperta di un aspetto segreto del nostro desiderio.
“Chi sono io per giudicare i gay?” (Papa Francesco) Quando sentiremo qualche giudice fare una affermazione del genere e ritirarsi?
L’omosessualità è contro natura, come camminare sull’acqua, morire e risorgere, moltiplicare il cibo e rimanere incinta da Vergine.
Ciò che dà alle donne chiuse nell’omosessualità un carattere virile non è la loro vita erotica, che, al contrario, le confina in un universo femminile; è l’insieme delle responsabilità che sono costrette ad assumere in quanto fanno a meno degli uomini.
L’omosessualità non è un motivo valido per insultare una persona, è come un tratto somatico che portiamo con noi dalla nascita, una cosa che per quanto si possa celare, resta sempre lì ad aspettare che ci si senta abbastanza pronti per mostrarla con orgoglio, come quella parte diversa da come ci vorrebbero, ma stranamente giusta per come ci vorremmo noi.
Caro omofobo, invece di occuparti della mia omosessualità dichiarata e naturalmente vissuta, occupati della tua che mi pare venga, per mera ipocrisia, falso pudore o chissà per qual altro assurdo motivo, fino ad oggi nascosta, repressa e del tutto rifiutata da te stesso.
A mio avviso, oggi il movimento omosessuale ha più bisogno di un’arte del vivere che di una scienza o di una conoscenza scientifica (o pseudoscientifica) di cosa sia la sessualità. La sessualità fa parte dei nostri comportamenti, fa parte della libertà di cui godiamo in questo mondo. La sessualità è qualcosa che siamo noi stessi a creare – è una nostra creazione assai più di quanto non sia la scoperta di un aspetto segreto del nostro desiderio.
“Chi sono io per giudicare i gay?” (Papa Francesco) Quando sentiremo qualche giudice fare una affermazione del genere e ritirarsi?
L’omosessualità è contro natura, come camminare sull’acqua, morire e risorgere, moltiplicare il cibo e rimanere incinta da Vergine.
Ciò che dà alle donne chiuse nell’omosessualità un carattere virile non è la loro vita erotica, che, al contrario, le confina in un universo femminile; è l’insieme delle responsabilità che sono costrette ad assumere in quanto fanno a meno degli uomini.
L’omosessualità non è un motivo valido per insultare una persona, è come un tratto somatico che portiamo con noi dalla nascita, una cosa che per quanto si possa celare, resta sempre lì ad aspettare che ci si senta abbastanza pronti per mostrarla con orgoglio, come quella parte diversa da come ci vorrebbero, ma stranamente giusta per come ci vorremmo noi.
Caro omofobo, invece di occuparti della mia omosessualità dichiarata e naturalmente vissuta, occupati della tua che mi pare venga, per mera ipocrisia, falso pudore o chissà per qual altro assurdo motivo, fino ad oggi nascosta, repressa e del tutto rifiutata da te stesso.
A mio avviso, oggi il movimento omosessuale ha più bisogno di un’arte del vivere che di una scienza o di una conoscenza scientifica (o pseudoscientifica) di cosa sia la sessualità. La sessualità fa parte dei nostri comportamenti, fa parte della libertà di cui godiamo in questo mondo. La sessualità è qualcosa che siamo noi stessi a creare – è una nostra creazione assai più di quanto non sia la scoperta di un aspetto segreto del nostro desiderio.
“Chi sono io per giudicare i gay?” (Papa Francesco) Quando sentiremo qualche giudice fare una affermazione del genere e ritirarsi?