Oliviero Toscani – Tempi Moderni
A vedere certi film penso quanto sia bella la pubblicità.
A vedere certi film penso quanto sia bella la pubblicità.
Non mi troverete in una grotta su un monte, non sarò su un palco a fare prediche… mi troverete in moto, sul ciglio della strada, bevendo una birra!
Tutto ciò che bisogna sapere nella vita moderna è dove siano le Duchesse: tutto il resto è abbastanza deprimente.
La gente non legge e non scrive più: desidera solo che qualcun altro tiri fuori le frasi più interessanti dai libri e le appiccichi dentro un post. Tre righe al massimo, altrimenti si rischia l’emicrania. Fa figo condividere un motto arguto.
In facebook molte persone si cautelano per difendere la loro privacy e poi scrivono i loro cazzi a tutti.
Il mondo è schiavo del sistema, la società è schiava del sistema, e noi siamo schiavi della società, siamo schiavi di questa società malata, dove conta solo il potere, i soldi, dove se non ti vesti in una certa maniera non sei alla moda, non sei trendy, ma cosa siamo noi? Siamo un popolo di consumatori, di venditori, di compravendite, oramai anche i sentimenti si comprano, siamo un popolo cresciuto dalla società, dal consumismo di massa, dalle pubblicità che ci fanno il lavaggio del cervello, dai programmi spazzatura della tv familiare, ci preoccupiamo di che marca di jeans o di che cellulare acquistare, mentre in Africa un bambino non si può nemmeno permettere una briciola di pane, se ci compriamo una nuova casa siamo indecisi su come arredarla, di che colore deve essere il divano, le tende, compriamo soprammobili e oggetti inutili solo per bellezza, compriamo cellulari ultra-accessoriati che tra poco ci metteranno anche la macchinetta incorporata per fare il caffè, acquistiamo orologi d’oro supercostosi e vestiti griffati per compiacerci, per metterci in mostra dinanzi alla gente, e non capiremo mai cosa abbiamo fatto veramente di utile nella vita, e se lo capiremo ci renderemo conto di quanto idioti siamo stati per tutta la vita, e solo allora impareremo a vivere come si deve. Ma per ora, per ora, siamo solo rifiuti della società, per ora, siamo solo la schiavitù del sistema.
Un tempo si scattavano fotografie per immortalare momenti importanti: un bacio, un abbraccio, erano momenti catturati per avere un ricordo con cui piangere, ricordare, rimpiangere. Oggi si scattano foto per metterle su Facebook al fine di dimostrare qualcosa a qualcuno. Un tempo vedevi una persona e te ne innamoravi, ti innamoravi del suo sguardo, del suo modo di parlare, di muoversi, di sorridere, e stavi giorni, settimane o mesi a pensare a come poterti dichiarare a quella persona così importante ma così irraggiungibile. Oggi invece vedi una bella ragazza, l’aggiungi su Facebook, ci chatti, le dici qualcosa di carino, ti ci vedi e voilà inizia il giro interminabile di foto, tag e roba varia. Sembriamo tutti articoli di un catalogo chiamato Facebook. Tutto ciò inizia a non piacermi. Facebook rovina la spontaneità dei sentimenti!