Omar Khayyam – Destino
Su una pietra ho infranto ieri un’anfora di porcellana:Ero ebbro quando commisi quell’atto nefando.E l’anfora allora mi disse, in un suo muto linguaggio:”Io fui come te, anche tu come me sarai”.
Su una pietra ho infranto ieri un’anfora di porcellana:Ero ebbro quando commisi quell’atto nefando.E l’anfora allora mi disse, in un suo muto linguaggio:”Io fui come te, anche tu come me sarai”.
Non esistono scelte giuste o sbagliate, esistono solo scelte.
Ricordo il mio perduto mondo, seguendo foglie dei colori del tramonto, mentre si infrange il silenzio nel rumore dell’acqua, e il destino mi parla di azioni e rinunce, di sogni e di stelle. Tutto era finito, tutto era cominciato, sotto il sole che sembrava sciogliersi sulla terra, mentre gli aeroplani disegnavano svastiche nel cielo.
Il destino non scrive mai libri che ha già letto e di cui conosce bene la trama, ma ama improvvisare istante per istante e scrivere parole con l’inchiostro dell’imprevedibilità.
Una moralità esagerata denota la sua assenza. Per scopi personali. Un Regno costruito sulla pelle di altri è destinato a crollare rovinosamente, riducendo anche tutte le terre alla stessa sorte devastante. Nel niente della devastazione che Cristo ha perpetrato, mondi che ha schiacciato, vita bruciata da entrambe le parti, non riuscirà più a ricreare niente, né con le opere, né con la scienza. Resterà con la sua furia dispersa, l’immortalità finita nel fragore sepolcrale del nulla.
Il passato è l’unica cosa morta capace di rivivere nel futuro.
Il destino non è già scritto dalla nascita, lo decidiamo noi.Quindi non rimpiangere una scelta fatta usando come consolazione “se è andata così sarà il destino” perché non è il destino che ha scelto, sei tu.