Oriana Fallaci – Filosofia
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
Il tempo distrugge una dimensione dello spazio, e crea un’illusione per la vista, nel senso di piattezza e uniformità illusoria, del mondo. Senza tempo, la visione del mondo sarebbe fatta di spigoli e curve nell’insieme delle dimensioni, e la luce si irradierebbe ovunque, senza incontrare barriere.
L’orbita esistenziale d’una persona filosoficamente “cinica” s’inscrive tra il “vivere” (Jim Morrison) e il “morire” (Franz Kafka) “come un cane”.
L’infinito è l’assenza di vita, ma è presenza di percezioni invisibili.
Lasciamo gli interminabili discorsi ai grandi oratori. A noi bastano gli intermittenti silenzi.
La perfezione non esiste in quanto divina, mentre l’imperfezione sussiste in quanto umana, quindi la ricerca della perfezione è ammirevole, ma la sua personificazione e’solo riprovevole in quanto nevrotica!
Ogni ritorno, dopo un viaggio, pur breve, rappresenta un libro completamente finito nelle immagini e contenuto, ma non ancora scritto, e non attende altro che aprire la prima pagina e iniziare a metterci la prima parola. Il resto è già fatto.