Oscar Wilde – Stati d’Animo
Spesso sostengo lungheconversazioni con me stessae sono così intelligenteche a volte non capisconemmeno unaparola diquello che dico.
Spesso sostengo lungheconversazioni con me stessae sono così intelligenteche a volte non capisconemmeno unaparola diquello che dico.
C’è sempre qualcosa da aspettare. C’è sempre qualcosa che aspetti per ore e ore, per giorni interi o persino per anni. Aspetti l’arrivo dell’estate, le prime piogge d’autunno. Aspetti la telefonata di un amico, l’arrivo di una cartolina. Aspetti per sorseggiare una cioccolata bollente, per sfornare biscotti. Aspetti il natale e il giorno del tuo compleanno. Aspetti di veder spuntare l’arcobaleno tra le nuvole. Aspetti eventi che magari non accadranno. Aspetti domande e risposte, sguardi, sorrisi, abbracci. E poi aspetti le persone, sempre. Aspetti sempre qualcuno. Ma ti fermi mai ad aspettare te stesso?
Se da molto tempo non dividi la tua vita con qualcuno, non stupirti se svegliandoti al suo fianco ti scende una lacrima, è solo un’emozione, nuova o riscoperta nel profondo. Se da molto tempo nessuno accarezza i tuoi capelli solo per il gusto di farlo e mentre succede senti che la forza ti manca e potresti abbandonarti completamente in quel tocco, non aver paura e lasciati andare. Se da molto tempo nessuno ti guarda e ti dice solo guardandoti e accennando un sorriso: “Sei bella sai”! ? Non sentirti in imbarazzo quando accade, ma sii fiera di te per aver saputo aspettare ciò che adesso puoi vivere.
Ognuno di noi è per qualcuno “speciale” ma magari non lo sa!
Era solo quando mi trovavo solo con me stesso che riuscivo a sentirmi più amico di ogni altra persona su questa terra, è un po triste da dire ma era così. Conoscevo un sacco di persone speciali, alcune lo erano davvero tanto, ecco, quando ero solo riuscivo a contarle; ma quando ero da solo pensavo, soffrivo, mi facevo anche del male a volte, ma era solo con la forza interiore, con l’aiuto di me stesso che riuscivo a risolvere tutto, e così nessuno mi avrebbe mai più tradito e sarei riuscito sempre a perdonarmi.
Cominciamo a ragionare, ma con il cuore.
Addirittura certe notti mi capitava di svegliarmi agitato e non riuscire più a riaddormentarmi. Avevo paura. Avevo paura, ma non sapevo di cosa. Semplicemente provavo una sensazione di paura senza conoscerne il motivo. Mi sentivo angosciato, pieno di ansie e mi ritrovavo sveglio. Sveglio cm se avessi dormito diverse ore. Desideravo soltanto un po’ di quiete. Nn chiedevo molto. Volevo solo stare bene. A volte mi succedeva anche durante la giornata, mentre ero seduto alla scrivania, o magari quando ero solo in macchina. Guidavo e mi veniva come da piangere, mi assaliva questa sensazione e non capivo cos’era. Non sapevo come gestirla, non aveva maniglie, non potevo afferrarla, controllarla, non c’era via d’uscita. Sentivo un peso sul torace e volevo uscire da me stesso, strappandomi la pelle di dosso, scappare! Qualcosa dentro di me era in disordine. Quando cercavo di capire, quando cercavo una spiegazione logica, non trovavo risposta.Razionalmente andava tutto bene. […] queste sensazioni di paura venivano anche di giorno, ma la notte… la notte mi schiacciavano la faccia contro il muro, e mi sembrava di essere preso in ostaggio.