Pablitos Los Sconditos – Destino
Non voglio un altro passato, voglio questo futuro.
Non voglio un altro passato, voglio questo futuro.
Vive il tempo sulle strade dorate dal sole.
Quand’è che si muore? Quando non si respira più? Quando non si ama più? Quando non si desidera più? O quando nessuno ti cerca più?
Il peggio l’ho lasciato per ultimo. Possiamo declassificare la Principessa riportandola semplicemente alla vecchia Eva Hodges, sesso femminile, età anni quattro, ceppo caucasico. Nel tardo pomeriggio la sua carrozza si è ritrasformata in una zucca con quattro topi a tirarla. A guardarla, la si sarebbe detta perfettamente normale, nessuna traccia di raffreddore. È giù, certo: le manca la mamma. A parte questo, appare perfettamente normale. E invece se l’è beccata. Dopo pranzo la pressione ha prima registrato un calo, poi una risalita: questo è l’unico mezzo diagnostico che Denninger è riuscito fino a questo momento a escogitare. Prima di cena Denninger mi ha mostrato i vetrini del suo espettorato – come incentivo alla dieta, i vetrini dell’espettorato sono ineguagliabili, credetemi – e sono pieni di quei germi a ruota di carro che, dice lui, non sono affatto germi ma incubatrici. Non riesco a capire come sia possibile che lui sappia dov’è quest’affare e che aspetto ha, eppure non sia in grado di bloccarlo. Mi propina un sacco di paroloni, ma secondo me non capisce nemmeno lui.
Ci sono probabilità pari a zero in taluni casi della nostra esistenza.
Un pezzo di legno resta a galla fino a che l’acqua non lo consuma ma un oggetto d’oro precipita nel fondo.
Destino e carattere sono due nomi di un medesimo concetto.