Pablo Neruda – Stati d’Animo
Ridere è il linguaggio dell’anima.
Ridere è il linguaggio dell’anima.
Io sono una che non chiede, perché chiedere ha il carattere dell’elemosinare. Sono una che non riceve nulla gratuitamente e pensa che i no siano degli schiaffi. Io sono una che arrossisce e rivolge lo sguardo a terra, attendendo che un indice flesso sollevi il mento e tolga di dosso la vergogna e la prostrazione. Io sono quella che festeggia la fine delle feste perché ogni festa rammenta sempre e più prepotentemente la mancanza e l’assenza. Io sono una che cade e poi trova un bastone sul quale far leva e ritentare, faticosamente, di rialzarsi. Io sono una che ci crede, ad ogni cosa, ci crede forte e ne fa ragione di vita perché tutto abbia un senso e nulla rimanga sterilmente in superficie. Io sono una che si giudica e si punisce, sono una che arriva ad essere crudele con se stessa, che si ammonisce. Io sono una che vivrà sempre di favole perché se ne è sentita raccontare e se ne è raccontata tante, ma non ci sono principesse che vengono salvate dai loro principi, ma draghi e orchi da uccidere prima di farsi massacrare.
È facile parlare di emozioni, forse a volte anche banale, ma tutto il tempo, tutte le parole che dedichiamo ad esse, ogni cosa è parte di noi, di quello che siamo stati, che siamo, e che forse saremo.
Il vento è come la vita, ti abbraccia, ti accarezza, ti spettina e poi vola via, lasciando il suo odore sulla tua pelle.
Sono state tante le persone che ho conosciuto, ma poche che sapessero cosa fosse la libertà. Ci sono infiniti modi per sentirsi liberi, ma la libertà assoluta è quella che sta nella testa. I confini mentali non rendono liberi. Il più grosso errore che una persona possa fare è circondare il proprio cervello con dei recinti.
Non mi piace fare bilanci, guardare ai risultati dell’anno che si chiude. Mi tengo strette le emozioni che mi ha regalato, perché solo quelle diventeranno ricordi.
La gente pensa che la cosa peggiore sia perdere una persona a cui si vuole bene. Beh, si sbaglia. La cosa peggiore è perdere se stessi mentre si vuole troppo bene a qualcuno e dimenticarsi che anche noi siamo importanti.