Pamela Tani – Stati d’Animo
Io di Notte… perdo il senso del tempo.
Io di Notte… perdo il senso del tempo.
Chissà cosa sente la foglia che si stacca dal ramo, benché le sue nervature apparissero salde nell’innesto, invece, guardarsi morire la speranza del verde ed arrivare alla secchezza dell’arido, inquietante, malaticcio giallognolo e tentennare nella sospensione del refolo che, sadico, pone in prospettiva lo schianto, ma perpetua il senso del precipitare nella stasi della vertigine. Aspiriamo al nitore degli approdi, delle definizioni perentorie dei verbi nella coniugazione d’un passato prossimo che ci faccia chiudere gli occhi in segno di rassegnazione, evitando il gerundio della paura. Sta cadendo.
Matt: se l’assassino si farà vivo, avrà una bella accoglienza, Damon ha una gran voglia di menar le mani stasera.
Se hai provato amore, odio, rabbia e dolore hai provato un sentimento. Ma quando arrivi a provare schifo o indifferenza li sei vincente e finalmente libero.
Ci sono parole, che possono ferirti e tagliarti l’anima, altre che possono accarezzarti il cuore. Ci sono silenzi di una intensità che nemmeno una vita intera, altri che sono pieni di gelo e dentro; ci puoi anche morire.
Era lì seduto e pensava. Pensava che erano i suoi ultimi pensieri. E a chi poteva o doveva dedicarli. Sentiva la sua faccia e il vento e la terra. Sorrise. Uno sbuffo dalle sue labbra spazzò via un minuscolo insetto dalle catene… ecco, le catene gli facevano paura. Qualche lacrima, per prendere un po’ di tempo? Si buttò come fosse stato, all’improvviso, spintonato. Fine.
Le parole più belle son spesso quelle non dette, quelle che naufragano nei silenzi.