Paola Golin – Stati d’Animo
La mia disperazione, come questa musica che urla angoscia e morte. Come una preghiera o forse una supplica. Un coltello affilato che lacera la mia mente, ma senza do lore… solo liberazione!
La mia disperazione, come questa musica che urla angoscia e morte. Come una preghiera o forse una supplica. Un coltello affilato che lacera la mia mente, ma senza do lore… solo liberazione!
Ci ho messo un po’ a capire che certa gente non è meglio di te, ma si diverte semplicemente a prendere a calci il tuo punto debole!
È la nostra mente a muoversi. Il tempo sta disteso mentre scegliamo il verso da prendere durante il viaggio.
Il tempo inesorabilmente scorre, solcando continuamente l’essere imponendo dubbi e certezze nel pensiero del viandante.
A deluderci son più le aspettative che avevamo su certe persone, il fatto che le credessimo più vere, migliori di ciò che in realtà fossero. La colpa è nostra, speriamo di imparare qualcosa. È giunta l’ora, di imparare.
Penso che la gente, quella gente, l’umanità che per me è stata sempre difficile, quella gente alla fine stia vincendo. Penso che il problema grosso sia che per loro sia tutto quanto una replica. Nessuna freschezza. Non un minimo prodigio. Semplicemente, continuano a macinarmi. Se un giorno vedessi anche una sola persona che fa o dice qualcosa di insolito, mi aiuterebbe a tirare avanti. Invece sono stantii, grigi. Non c’è slancio. Occhi, orecchie, gambe, voci ma niente. Rinchiusi dentro se stessi, si prendono in giro, fingendo di essere vivi.
A volte passo dall’euforia alla tristezza, o da un fiume di lacrime a una risata quasi isterica, oppure dalla dolcezza all’aggressività in un batter d’occhio e tutto alla velocità della luce. Sono fortemente instabile, una vita non mi basta per capirmi.