Paola Melone – Abitudine
L’abitudine è una condanna che ci infliggiamo volontariamente, come una sorta di punizione, per una sentenza che ci obbliga a non vivere.
L’abitudine è una condanna che ci infliggiamo volontariamente, come una sorta di punizione, per una sentenza che ci obbliga a non vivere.
È tutta una catena… devo essere solo… quando sono solo divento triste… quando divento triste…
Le abitudini sono come le radici di un albero, si impiantano facilmente, ma sono difficilissime…
La gente è fortunata. Le piace tutto: coni gelati, concerti rock, cantare, ballare, odio, amore, masturbazione, panini col wurstel, balli folk, Gesù Cristo, i pattini a rotelle, lo spiritualismo, il capitalismo, il comunismo, la circoncisione, i fumetti, Bob Hope, lo sci, la pesca, l’omicidio, il bowling, i dibattiti. Tutto. Non hanno molto, perché non si aspettano molto. Ma sono una grande banda.
Le cose non si cambiano, ma spesso ci cambiano.
Ma se i morti sono in Paradiso, perché portare i fiori al cimitero?E se malauguratamente fossero all’inferno perché illuminarli con futili lumi di cera? Potrebbero forse guardarci indignati?Se l’anima vive ed è invisibile non sarebbe meglio rimembrarli col pensiero anch’esso invisibile e intoccabile?E se l’anima sopravvive alla morte perché li chiamiamo defunti?
Potrei leggere la pagina dello sport anche se i miei capelli andassero a fuoco.