Paulo Coelho – Libri
Aveva sbagliato, e sapeva di dover pagare un prezzo. E il prezzo era stato bere un calice colmo del più crudele dei veleni: la solitudine.
Aveva sbagliato, e sapeva di dover pagare un prezzo. E il prezzo era stato bere un calice colmo del più crudele dei veleni: la solitudine.
Rilega la tua vita come se fosse un libro, ritaglia le parti rovinate e sostituisci le pagine sgualcite con nuove storie da raccontare.
Così mi scordai di me stessa, del fatto che stavo invecchiando e che avevo sprecato la mia gioventù amando un relitto, un essere senz’anima, uno spettro.
Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi.E qualcuno – un padre, un amore, qualcuno – capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume- immaginarlo, inventarlo – e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio.Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita.E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare.Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente umano.Basterebbe la fantasia di qualcuno – un padre, un amore, qualcuno.Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare.Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare.
“Finirai per non vederlo neanche più” fece. “E come? L’avrò sempre lì, sotto gli occhi””Appunto” disse Mattia. “È proprio per questo che non lo vedrai più”.
Ma qualcosa mi manca. Ti ricordi? È sempre stato così, lo sento da come respiro la vita.Sento che mi manca come se mi fosse già appartenuta e qualcuno me l’avesse portata via.Ma non so esattamente cos’è. C’è chi cerca l’altra metà della mela, io sto cercando ancora la mia mezza. Sono uno spicchio di me stesso.
A volte usiamo termini che pensandoli attirano la nostra attenzione, anche se ci rendiamo conto che non del tutto descrivono quello che vogliamo descrivere, e come archeologi di spazi invisibili e parole perdute, sondiamo figure e idee, per ricavare da scarne ossa nella polvere di anni senza fine, un passato e un futuro che somiglino a quello che c’è davvero, a quello che si trova dietro questa luce, a questi respiri interrotti. Abisso, Alieno, rappresentano in certi casi, concetti talmente inconcepibili, che un nome limitato può spiegare in parte, rasentandone la vera natura.