Philip Pullman – Morte
Uno dei modi con cui facciamo i conti con la morte è attraverso l’immaginazione.
Uno dei modi con cui facciamo i conti con la morte è attraverso l’immaginazione.
La morte mi deve scambiare per qualcun altro.
Come stai bene con questo vestito nuovo.Nero?Cara, tu continui a volermi bene, vero?
Questo solo capì. Di essere caduto nella tenebra. E nell’istante in cui seppe, cessò di sapere.
Era già da molto tempo che il paesaggio cambiava. Non che mutasse in sé, ma variava in un susseguirsi di composizioni talvolta quasi assurde. Nell’aria, di nuovo, forse non c’era niente. Ti sembrava più frizzante, ecco. Incoerenti tratti di vite forse inconsapevoli della loro smisurata capacità di amare, si rendevano presenti come pesanti sagome sovrastanti aspetti per nulla diversi da quelli che tu eri stato abituato a riconoscere e ad accettare.Un’attesa, in fondo, la tua pallida presenza qui tra noi. L’amarezza della pietosa sofferenza non conquistò mai nessuna parte dell’universo.
La morte è l’unico mezzo di evasione sicura da un mondo assurdo, tutti gli altri metodi non consentono risultati apprezzabili; dunque poiché siamo tutti prigionieri, per i più caritatevoli è giunta l’ora di aiutare il proprio prossimo.
Era come guardare un teatro di comici subito dopo la fine della guerra: completamente inutile. Era il vuoto, l’assenza di ogni forma di emozione, o di sussulto vitale.