Pier Paolo Pasolini – Morte
La vera morte sta nel non essere più compresi.
La vera morte sta nel non essere più compresi.
Il giorno della mia morte vorrei che la mia anima diventasse cieca… per non vedere le loro lacrime.
Tutto quello che desiderava erano sei piedi di terra.
Ho perso la gioia di vivere. Meglio andarsene con una vampata, che morire giorno dopo giorno. A volte mi sembra di timbrare il cartellino, quando sto per salire sul palco. Da anni ho perso il gusto della vita e non posso continuare ad ingannare tutti. Il peggior crimine è l’inganno. Ho bisogno di staccarmi dalla realtà per ritrovare l’entusiasmo che avevo da bambino. Sono anni che non provo più niente. Ho perso tutto l’entusiasmo. Anche la mia musica non è più sincera.
Se la morte mi troverà mentre vivo la mia vita intensamente forse avrà soggezione e ripasserà più tardi.
La vita è come un castello di carte, dove cerchi di costruirti qualcosa con pazienza e dedizione e poi basta un niente per spazzare via tutto.
Ogni morte d’uomo mi riduce, perché io faccio parte dell’umanità.E, dunque, non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te.