Pietro Esposito – Destino
Ognuno vive vittima e carnefice di se stesso.
Ognuno vive vittima e carnefice di se stesso.
La carne di cui sono fatto non conosca riposo, sollievo, estasi o tregua se la stessa che mi compone non combatta, con l’ultima delle cellule che la compone, a cambiare la più grande convenzione del genere umano: “il destino”.Non esiste il destino; esiste la molteplicità di “opere, fatti, parole, comportamenti” e l’essere nella sua infinita espressione concettuale convenzionale, bigotta e retrograda che “il destino” prende senso a cui noi attribuiamo le colpe o le fortune della nostra vita.Il destino è la conseguenza dell’essere umano che con il suo limite fatto di una materia, spesso, non alimentata, la stessa, che con altra materia nell’implosione esistenziale chiamata miseramente “destino”.
Noi donne siamo così, c’illudiamo che tutto dipenda da noi, che bastava spostare una virgola per cambiare il destino.
Pensi di esserti lasciato il passato alle spalle fino a quando è il destino a ricordartelo.
Le idee sono come vicini in visita di cortesia che bussano alla nostra testa. Qualche volta non c’è nessuno. Altre volte ci sorprendono quando siamo in mutande e non avremmo nessuna voglia di aprire.
Se qualcuno mi svelasse tutto subito, smetterei di essere un uomo! Non ho intenzione di vivere una vita scontata.
Nel grande gioco del mondo il mendicante è indispensabile quanto il re, lo sbandato vale quanto il potente e il militare.